VISIONI, APPUNTI, CURIOSITÀ
LA SETTIMANA IN SALA:: I misteri, le fantasie, i ricordi, le avventure e i pericoli. La sintesi ideali per raccontare
i film in uscita questa settimana. Partendo dal quarto capitolo di Indiana Jones, Indiana Jones e il Regno del
Teschio di Cristallo diretto da Steven Spielberg che rispolvera dal letargo forse il più leggendario dei suoi eroi
cinematografici, arrivando fino all’arte di Gondry, regista di Be Kind Rewind, gioiellino di cinema e gioco,
costruito come una favola, ma energico e carico di finzione cinematografica, umorismo e gusto della citazione. Da Cannes
sbarca pure Sangue pazzo di Marco Tullio Giordana, film che rievoca le atmosfere del fascismo, riscoprendo
l’anima dell’Italia che era un tempo. È la settimana di La setta delle tenebre, di Sebastian Gutierrez e di
Reservation Road di Terry George.
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PARLA SORRENTINO:: (Adnkronos) - «La verità su Andreotti? Un obiettivo da penetrare, la sua indecifrabilità rimane
tale, persiste fino alla fine: azzardo delle ipotesi, meglio, faccio dei ragionamenti nel regno delle ipotesi. Nei suoi
confronti, si hanno manifestazioni e sentimenti analoghi a quelli per Berlusconi: amore e odio, fascinazione e repulsione».
Intervistato da cinematografo.it, il regista Paolo Sorrentino presenta cosi' Il Divo, in concorso al festival di
Cannes - dal 28 maggio nelle sale italiane. Negare da parte di Andreotti di averlo incontrato, per Sorrentino è «una
strategia consolidata negli anni: negare per tirarsene fuori. L'ha fatto a volte in modo così plateale e infantile da farci
credere che siamo tutti stupidi: sotto mentite spoglie, deve avere un complesso di superiorità fortissimo».
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PREMIATO SANGUEPAZZO:: (Adnkronos) - A Marco Tullio Giordana per il suo Sanguepazzo, presentato al Festival
di Cannes come Evento Speciale Fuori Concorso, è stato consegnato oggi il Premio 'François Chalais', intitolato al critico
francese scomparso e assegnato sotto l'alto patronato del ministero della Cultura e del Cnc in associazione con France 2.
Il film esce in Italia con 160 copie, distribuito da 01 Distribution.
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ANCORA ITALIA CON WIM WENDERS:: (Adnkronos) - Una Palermo che si nutre di contrasti, di bellezza, di arte, una città
che sfugge dalle definizioni preconfezionate, ai luoghi comuni, ai soliti cliché, e diventa approdo di un viaggio nello
spazio e nell'anima. E' la Palermo raccontata da Wim Wenders, protagonista al festival di Cannes con il film, in concorso,
che segna il suo ritorno alla regia, Palermo Shooting, girato tra Dusseldorf e il capoluogo siciliano lo scorso
autunno e realizzato sulla base di un progetto della Provincia regionale e dell'Aapit (Azienda autonoma provinciale per
l'incremento del turismo a Palermo). Dopo Cannes il film sarà proiettato in anteprima assoluta a Palermo. Si deciderà in
questi giorni se fissare la data prima dell'estate o a settembre. Wenders si presenta al pubblico di questa 61esima
edizione del festival dopo una pausa di tre anni (l'ultima partecipazione è del 2005, con Non bussare alla mia porta)
e a quasi cinque lustri dalla Palma d'oro vinta con Paris Texas. Colonna sonora d'eccezione, che arruola un mostro
sacro come Lou Reed e cast di prim’ordine: da Giovanna Mezzogiorno, a Campino, da Dennis Hopper a Milla Jovovich. Il film
uscirà nelle sale in autunno.
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I DARDENNE DI CASA:: (Adnkronos/Cinematografo.it) - Un mese e mezzo di prove solo per l'attrice protagonista. Anche a
questo arrivano Jean-Pierre e Luc Dardenne pur di ottenere i risultati desiderati. Così lavorano i due fratelli belgi,
habitué sulla Croisette e con già due Palme d'oro in tasca. Ci riprovano ora con Le silence de Lorna, ispirato a una
storia vera e presentato al Festival di Cannes. «Era un'extracomunitaria sposa di un belga ad uso cittadinanza. Il
personaggio ci ha affascinato ed è nata Lorna», spiega Jean-Pierre. «Qualunque provenienza andava bene, purché di un Paese
non membro della Ue. L'attrice è stata scelta dopo un lungo casting in giro per i Balcani», aggiunge Luc. Kosovara di
Pristina, 29 anni, Arta Dobroshi ha imparato il francese in soli due mesi per diventare Lorna: «E' stato un privilegio per
me lavorare con loro, specie per tutto il tempo di prove che mi hanno concesso. Alla fine ci siamo accorti che il
personaggio prendeva forma dalle prove ed è veritiero: sono a conoscenza di parecchie situazioni provenienti dal mio Paese,
situazioni di vera sopravvivenza». A lei si unisce la voce del suo connazionale Alban Ukaj, interprete di Sokol, il
fidanzato di Lorna: «Io sono stato un rifugiato durante la guerra in Kosovo e so cosa significa: non esiste condizione più
umiliante della non appartenenza a un territorio». Fedeli al proprio cinema sociologico, i fratelli Dardenne volgono qui lo
sguardo ai problemi dei migranti. «In Belgio è in corso un disegno di legge per regolare le immigrazioni. Noi siamo
contrari a ogni forma di reclusione degli extracomunitari perché sono causa di traumi familiari impensati, specie per i
bambini: pensiamo ai ragazzi che lasciano le scuole, le case in cui sono cresciuti all'improvviso. Il problema delle
migrazioni non deve mai essere giudicato con ingenuità», denuncia Jean-Pierre. Gli fa eco il fratello, sostenendo quanto i
valori da loro proposti nei film - in una realtà che «non deve essere abbellita, assolutamente» - siano «totalmente umani
e non necessariamente religiosi: attenzione a non fare superficiali confusioni». In Le silence de Lorna diverse
sequenze mostrano il denaro. «Non siamo ipocriti, il denaro non è un concetto negativo, lo diventa nelle sue applicazioni.
Noi cerchiamo di mostrare sempre lo "scambio" del denaro perché è la sua funzione naturale. Quella etica, quando è
costruttiva. Il denaro non deve essere accumulato, ma scambiato», affermano in coro. Quarta volta per loro sulla Croisette,
i Dardenne rilevano infine un dato di mercato: «Noi seguiamo il festival dagli anni '60, perché nei cinema belgi poi
uscivano tutti i film in cartellone: oggi non è più così». Le silence de Lorna uscirà comunque in vari Paesi inclusa
l'Italia, grazie a Lucky Red che lo ha anche coprodotto.
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IL RITORNO DI CLINT:: (Adnkronos/Cinematografo.it) - La verità prima di tutto. «La ricerca del vero è un valore
assoluto ed è ciò che mi spinge a continuare a fare i film». A parlare è Clint Eastwood, accolto sulla Croisette da
applausi e consensi per il suo The Exchange, ispirato a un fatto di cronaca del 1928. Monsieur 'L'inossidable',
come lo chiamano affettuosamente in Francia, è tornato a concorrere al Festival di Cannes nonostante la delusione di
qualche anno fa per Mystic River che, pur apprezzato, ripiegò a mani vuote. «Se ti invitano a un festival che ha un
concorso bisogna parteciparvi - spiega il regista della pellicola - altrimenti che gusto c'è? Tutti siamo consapevoli che
alla fine è un gioco, quindi vale la pena giocarlo bene, fino in fondo». «Andare fuori concorso è come giocare in panchina
- continua Eastwood - le giurie, di cui io sono stato spesso membro, sono umane e hanno gusti dalle combinazioni
imprevedibili». Al centro del dramma, una madre cui prima rapiscono il figlio e poi lo scambiano, interpretata da Angelina
Jolie alla sua seconda passerella dopo Kung fu Panda: «Lavorare con Clint ha fatto sbiadire ogni altra mia
esperienza precedente - sottoliea l'attrice - indubbiamente il più grande talento con cui abbia girato un film, sottile
narratore di storie, splendido leader sul set». Eastwood dopo Mystic River torna a indagare sui bambini in pericolo:
«Mi sembra evidente che gli abusi sui più indifesi siano i crimini peggiori - afferma il regista e attore - nel film c'è
questo tema naturalmente, ma anche la chiara accusa all'abuso di potere di chi, invece, dovrebbe proteggere la popolazione.
Nel nostro caso la polizia di Los Angeles». A tal proposito, Eastwood rivela il motivo profondo per cui si è interessato al
caso Collins: «E' una storia che permette di riflettere sul sistema di allora e su come l'azione di un singolo sia riuscito
a cambiarlo. Grazie alle insistenze di Christine, aiutata dal reverendo interpretato da John Malkovich, i meccanismi di
indagine e giudizio della LAPD mutarono radicalmente». L'attualità del film, come nella tradizione eastwoodiana, è evidente
a chiunque: «Il nostro Paese va a periodi rivoluzionari - conclude il regista - il 1928 fu uno di quelli. Oggi vedremo. Io
so solo che pur di raccontare storie importanti lavorerò fino a 100 anni: d'altra parte mi sento l'energia di un ragazzino».
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E A VENEZIA?:: (Adnkronos) - Mentre Cannes si avvia alla chiusura, Hollywood potrebbe calare un poker da ko alla
prossima Mostra del Cinema di Venezia. Secondo il sito cinematografo.it, oltre al già annunciato film d'apertura, Burn
After Reading dei fratelli Coen, che porterà in Laguna Brad Pitt, George Clooney, John Malkovich e Tilda Swinton, in
cartellone a Venezia 65 anche il dramma storico di Saul Dibb, The Duchess, con la nobildonna Keira Knightley e Ralph
Fiennes; il thriller poliziesco di Ridley Scott Body of Lies, con Leonardo DiCaprio e Russell Crowe, e - se ultimato
in tempo utile - l'avventuroso Australia di Baz Luhrmann, produzione 20th Century Fox con la coppia australiana
Nicole Kidman e Hugh Jackman.
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