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Titolo originale: Uno su due
Regia: Eugenio Cappuccio
Sceneggiatura: Massimo Gaudioso, Eugenio Cappuccio, Michele Pellegrini, Francesco Cenni, Fabio Volo
Montaggio: Fabio Nunziata
Musica: Francesco Cerasi, Paolo Buonvino
Fotografia: Gianfilippo Corticelli
Interpreti principali:Fabio Volo, Ninetto Davoli, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, Tresy Taddesi, Agostina Belli
Origine : Italia, 2006
Durata: 100'
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Lorenzo (Fabio Volo), dopo uno svenimento, è ricoverato in ospedale. Giovane e rampante avvocato genovese sognava l'affare
della vita. Lo circondano l'amico sfigato e buono (Battiston), la sorella umiliata e perdente, la ragazza bella (Caprioli)
e pronta a sopportare una convivenza forzata. Relazioni costrette, finti rapporti e conseguenti cortesie. La vita di
Lorenzo è questo. L'ospedale, la malattia, la paura della morte e soprattutto l'incontro con Giovanni (Ninetto Davoli), un
paziente ricoverato nella sua stessa stanza, metteranno fortemente in discussione i valori di una vita, fino a quel
momento, trascinata. La malattia come punto di non ritorno o come punto di partenza, comunque sia, uno su due resta. Eugenio
Cappuccio porta al cinema una storia ben sceneggiata ricca di sfumature curiose e precise. Volo s'impegna a fare il cattivo
ma ci riesce poco. Il brio arriva da Ninetto Davoli. Dal suo personaggio emerge l'amarezza, l'ironia, il cinismo, il sapore
della vita. Un personaggio costruito bene che riesce a dare respiro a un film non banale ma forse troppo chiuso e stretto
nella storia stessa. La sequenza finale, nonostante sia molto "parlata", è l'eccezione. La frenesia degli sguardi,
l'indifferenza, i pensieri, il respiro. Lo spettatore assiste ad un nuovo duello: l'uomo e il dottore. Uno su due, uscirà
dalla stanza, comunque, con una responsabilità nei confronti della vita.
DAZEROADIECI:: 6,5
MATTEO MAZZA
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Un malessere improvviso, e la vita di un giovane avvocato, rampante e intrallazzone, cambia di colpo. Ospedali, esami,
l’ombra della malattia e della morte che avanza e copre tutto. Dando a tutto un nuovo colore e una nuova prospettiva. Il
Cappuccio di “Volevo solo dormirle addosso” prende un altro personaggio solitario e dominato dal lavoro (là l’interprete
era Pasotti) e lo cuce sulla misura di Fabio Volo, tiene come là i toni sotto le righe, ma volge la commedia malinconica
in dramma della speranza. Complessivamente il film funziona, riuscendo a farci simpatizzare a poco a poco con un
personaggio mediocre, anche se ad un certo punto prende il sopravvento una vena melodrammatica, quando il protagonista si
mette in testa di condurre davanti al letto di morte del vicino d’ospedale (un Ninetto Davoli quasi irriconoscibile) la
giovanissima figlia (tra parentesi, guarda caso, bellissima) che questi non vedeva da lungo tempo. E alla fine manca il
coraggio di mantenere un finale aperto, e il tutto si risolve in quattro risate (a meno che siano oniriche…) nello studio
del medico.
DAZEROADIECI: 6,5
MAURO CARON
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