FUORISCHERMO

 

UN MATRIMONIO ALL'INGLESE
FLYER
Titolo originale: Easy Virtue
Regia: Stephan Elliott
Sceneggiatura: Noel Coward, Stephan Elliott
Montaggio: Sue Blainey
Musica: Marius De Vries
Fotografia: Martin Kenzie
Interpreti principali: Jessica Biel, Ben Barnes, Kristin Scott Thomas, Colin Firth, Kimberley Nixon, Katherine Parkinson, Kris Marshall, Christian Brassington, Charlotte Riley, Jim McManus, Pip Torrens
Origine : Gran Bretagna 2008
Durata: 93 Min

FLYER o Easy Virtue, titolo originale del film, della commedia di Noel Coward (del 1924) da cui è tratto, e del film (muto) che già ne trasse Hitchchock nel 1927. Il tutto ruota intorno al tema, oggi anche cinematograficamente non nuovo, del confronto tra schiettezza yankee magari un po’ cialtrona e stile british magari un po’ ipocrita, qui scaturito dal matrimonio tra una giovane avventuriera americana e il rampollo di una famiglia altolocata inglese. Quella che per Coward e Hitchcock era più o meno la contemporaneità, i ruggenti anni ’20 che seguirono al primo conflitto mondiale, per Elliot (autore di culto camp per Priscilla la regina del deserto, ma autore anche del pregevole thriller psicologico The Eye) è cinema in costume (eleganti entrambi), con umorismo all’inglese, battute caustiche, madri gelide e terribili, maggiordomi impassibili ma sagaci, balli e cacce alla volpe, e qualche situazione appena appena pruriginosa. Cinema elegante, si diceva, per donne, soprattutto, un po’ da te delle cinque. Ovviamente confezionato con gusto, specie per quanto riguarda la direzione degli attori e le loro interpretazioni: l’indomita ma romantica Biel, il bel tenebroso di Firth, la madre algida e rovente della Scott Thomas e così via. Menzione anche per le musiche: jazz che fa atmosfera d’epoca, suonato da un’orchestra che anima anche i titoli di coda, ma anche l’inaspettata irruzione di Sex Bomb.
DAZEROADIECI: 6,5
MAURO CARONMAURO CARON


FLYER Stephan Elliot torna dopo dieci anni di silenzio con una commedia piena di brio e sorprese tratta dalla pièce teatrale Easy virtue di Noel Coward, già “filmata” da Alfred Hitchcock nel 1929. La fragile virtù del titolo originale non combacia con la traduzione italiana ma in un periodo in cui le commedie stentano ad essere prodotte, perché far ridere le persone è sempre stata una cosa difficile, soprattutto oggi quando il mercato spinge i registi a rimanere in linea con i tempi decisamente poco divertenti, il film di Elliott (anche grazie alla brava Jessica Biel che va vedere di non essere solo bella, alla combattiva Kristin Scott Thomas e a un’incessante colonna sonora jazz) è un simpatico tentativo che riesce a spaccare gli argini dell’ipocrisia, della finzione, dell’apparenza. E a questo proposito non è un caso che uno dei segni più ricorrenti del film sia proprio l’immagine riflessa (attraverso uno specchio, un bicchiere, una posata) quasi a denunciare, fin da subito, l’incapacità di accettare l’immagine vera della persona, straniera, aliena, diversa, che si introduce nella fitte maglie della tradizione. Che a volte è semplicemente vecchia e altre volte ringiovanisce il passato. In qualsiasi modo prendiate tutto questo, cercate di gustatevelo come un viaggio nel tempo molto attuale. Potrebbe rivelarsi una scoperta.
DAZEROADIECI:: 8
MATTEO MAZZAMATTEO MAZZA