Il film si è guadagnato sette premi Goya in Spagna pur essendo di fatto un film di genere, oltretutto
horror: in Italia sarebbe impensabile. Ma ormai la Spagna si è guadagnata sul campo una fama in un campo in cui la scuola italiana sembra ormai dissolta con film come
[REC], Il labirinto del fauno, Fragile, Nameless, The Others. Una coppia con figlio si trasferisce in quello che era l’orfanotrofio dove la donna ha passato l’infanzia, con l’intenzione di farne una casa d’accoglienza per bambini in difficoltà. Ovviamente i fantasmi del passato cominciano ben presto a riaffiorare, e in più il figlio sparisce. L’orrore si annida tanto nel passato, in una terribile storia di violenze fatte e subite dai bambini, malattia e
handicap, che nel presente, al di là delle mura della vecchia casa maledetta. Bayona stenta a far partire la storia, la infila in vicoli ciechi come quelli della seduta spiritica (che offre l’occasione di un ritorno a Geraldine Chaplin), e punta su un’interprete unica, Belén Rueda, riducendo gli altri al ruolo di comparse o macchiette. Ma azzecca l’ambientazione nei paesaggi asturiani, tocca temi assai dolorosi e gioca bene le soluzioni finali bilanciandole tra presenze sovrannaturali e agghiaccianti realtà.
DAZEROADIECI: 6,5
MAURO CARON