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Titolo originale: Sicko
Regia: Michael Moore
Soggetto: Michael Moore
Montaggio: Dan Swietlik, Geoffrey Richman,Chris Seward
Musica:
Fotografia:
Interpreti principali:
Origine : Usa, 2007
Durata: 123'
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Che nelle intenzioni di Michael Moore ci sia in cima la verità, forse non basta più. Certo, la verità resta un obiettivo
nobile, coraggioso e pericoloso, come testimonia anche Sicko stesso, tenue e decisamente meno “cattivo” dei precedenti, ma
ora è arrivato il momento di riordinare le idee. La sensazione che si respira entrando in Sicko è che manchi proprio
l’ordine narrativo, quello che in altri casi, invece, era stato un punto di forza (ricordate l’inizio roboante di
Farheneith 9/11?), quello capace di collocare ed elevare i pezzetti generosi e curiosi di Moore. Nonostante questo Sicko
racconta l’odissea di comuni cittadini statunitensi alle prese con comuni (più o meno) problemi di salute e di mala sanità.
Tra assicurazioni meschine e malati naufragi dell’avidità del power farmaco, Moore indaga ed emigra in Europa tra Francia e
Inghilterra per poi chiudere il cerchio della sua indignazione a Cuba. Un film di necessaria visione, per aprire la
conoscenza e guardare la propria coscienza. In Italia (anche se Moore non c’è stato) si naviga in acque migliori. Ancora
per poco?
DAZEROADIECI:: 7
MATTEO MAZZA
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Michael Moore torna a parlarci dell’America e della non America, scegliendo stavolta come epicentro (non a caso uso questo
termine sismologico) del suo discorso il sistema sanitario statunitense. Che è completamente affidato ai privati, che vede
milioni di cittadini statunitensi completamente privi di qualsiasi copertura medico-sanitaria (18.000 di loro muoiono ogni
anno per questo motivo), e che comporta una lotta (letteralmente) mortale tra i fortunati che possiedono un’”assicurazione”
e le compagnie che cercano in ogni maniera di non pagare i premi assicurativi ricorrendo a grotteschi stratagemmi. Il
sistema viene smascherato e sbeffeggiato in tutti i suoi aspetti: economico-politico (un cittadino/lavoratore indebitato e
non protetto è più ricattabile e mano problematico per lo Stato/padrone), sociale (a pagare i prezzi più alti, a volte con
la vita, sono sempre i più deboli), propagandistico (lo spauracchio del socialismo sempre agitato da coloro che si
oppongono al sistema sanitario pubblico), tecnico (con aneddoti agghiaccianti su come (non) funziona il sistema delle
assicurazioni private), umanitario (con una galleria di storie esemplari e dolorose). Nella sua operazione Moore usa tutte
le armi retoriche, dall’ironia al sarcasmo, dalla documentazione alle testimonianze dirette, dalle accuse politiche alla
polemica, dalla commozione al viaggio di conoscenza (come un novello Candide o un’Alice nel Paese delle meraviglie) si
reca in Canada, in Francia e in Gran Bretagna per paragonarne i sistemi socio-assistenziali con quello statunitense), fino
all’”arma finale” retorica, il viaggio a Cuba dove vengono offerte gratuitamente cure mediche, negate in patria, ad alcuni
volontari dell’11 settembre. Potrà non piacere l’approccio personalistico (ma temo che l’avversione sia in gran parte
determinata dall’aspetto fisico-estetico poco cinegenico e glamour dell’autore-protagonista) o l’eccesso di retorica
(la parte cubana ha probabilmente offerto una ghiotta occasione propagandistica al regime castrista, peraltro titolare di
uno dei migliori sanitari dell’intero continente americano), ma Sicko è un film civile, intelligente, serio, un
episodio esemplare di cinema politico, un appello umanista alla solidarietà reciproca e alla responsabilità individuale,
sociale e politica.
DAZEROADIECI: 8
MAURO CARON
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