FUORISCHERMO

 

SATURNO CONTRO
FLYER
Titolo originale: Saturno contro
Regia: Ferzan Ozpetek
Sceneggiatura: Gianni Romoli, Ferzan Ozpetek
Montaggio: Patrizio Marone
Musica: Neffa
Fotografia: Gianfilippo Corticelli
Interpreti principali:Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Margherita Buy, Ennio Fantastichini, Luca Argentero, Isabella Ferrari, Milena Vukotic, Serra Yilmaz
Origine : Italia, 2007
Durata: 110'

FLYER L'amicizia di un gruppo di trentenni legati da molti anni attorno ad un tavolo in cui si consumano cene e discorsi sull'amore, la vita, il lavoro, l'amicizia. La casa è quella di Davide che vive con Lorenzo, poi ci sono la psicologa col marito che ha l'amante, la drogata in carriera, l'interprete e suo marito, il nuovo entrato e l'ex di turno. Il nucleo, forte, su cui si concentra il film di Ozpetek è l'amicizia intesa come condivisione di un'esperienza. Detto questo il film del regista turco italianizzato procede a scatti e non trova del tutto la sua autentica dimensione. Un pò come succedeva in Cuore Sacro, lo spettatore è spesso stimolato a trovare una soluzione ma poi il racconto perde qualche pezzo per strada. Saturno Contro è l'ennesima conferma di un concetto allarmante per il cinema italiano: mancano le storie. Gli attori ci sono, non molti a dir la verità, ma ci sono, e pure i registi non mancano. Senza storie però non si può pretendere molto. Allora ci si rammarica davanti ad alcune inquadrature scelte da Ozpetek, ci si arrabbia davanti ad alcuni movimenti di macchina avvolgenti e significativi, perché sembra tutto sprecato, se poi si deve entrare in visioni già viste. Non c'è la stessa attenzione dedicata a La finestra di fronte nella costruzione dell'immagine e del racconto. La sequenza all'obitorio, tuttavia, resta una delle più suggestive del cinema italiano di questi tempi. Peccato che il film non finisca in quel momento e che resti una breve sequenza in un mare di tristezza e sguardi paranoici.
DAZEROADIECI:: 5,5
MATTEO MAZZAMATTEO MAZZA


FLYER Dolce-amaro, tragedia-commedia, allegro-triste, etero-omo. Ozpetek racconta l’amore e l’amicizia, la perdita e il lutto. Italia, oggi, ma la situazione sembra un po’ autoreferenziale, con il gruppo chiuso di amici e il mondo fuori, gli attori fedeli (Accorsi, Buy, Yilmez), un protagonista in cui il regista si rispecchia, un mondo di professionisti borghesi (scrittori, psicologhe, immobiliaristi, fioriste, ecc.) senza preoccupazioni economiche e quasi omogenerazionale (un paio di bambini superflui, un paio di genitori che arrivano e ripartono). Con un paio di temi scottanti nel dibattito politico nazionale (i diritti delle coppie non sposate, l’accanimento terapeutico e l’eutanasia) che potrebbero sembrare inseriti con malizia ma che tutto sommato sono trattati con un tale pudore da non infastidire. Ozpetek mira evidentemente più all’atmosfera che alla storia (i dialoghi a volte scricchiolano un po’): alcune trovate mi sono sembrate fini (la ragazza che piange al telefono all’ospedale, Roberta che rimane indietro nel corridoio verso l’obitorio), altre scivolate melodrammatiche (la scena con Davide sulla scogliera); alcuni attori mi sono sembrati adeguati, altri meno.
Dubbio: ma oltre che da BancoPoste il film era sponsorizzato dalla lobby del tabacco? Sarebbe piaciuto al protagonista di Thank you for smoking
DAZEROADIECI:6,5
MAURO CARONMAURO CARON


FLYER E’ il film degli “spettri”: e mentre lo spettro di Lorenzo (Luca Argentero) saluta tutti i suoi amici all’obitorio per la sua definitiva dipartita, la voce rediviva di Gabriella Ferri ci regala Remedios risvegliando i nostri ricordi più nascosti per una canzone straordinaria. E Serge Gainsbourg si reincarna nell’incantatrice Carmen Consoli cantando Je suis venue te dire que je m’en vais e soffiando fumo ed alcool nell’anima di Ambra Angiolini (chi l’avrebbe mai detto una ventina di anni fa…). E quando Antonio (Stefano Accorsi) accenna il tradimento di sua moglie a Davide (Pierfrancesco Favino) in una piscina, il folletto sbarazzino di Sofia Loren ci strappa un lieve sorriso cantando in sottofondo Zoo Be Zoo Be Zoo.
Ma l’ultimo più inquietante spettro è quello di Neffa, che abbandona “signorine” e “messaggeri della dopa” e ci immalinconisce con un perfido tango (Passione), mentre tutti i nostri fantasmi, anche quelli dimenticati o rimossi, danzano tristemente intorno ad un tavolo di ping-pong.
MANUEL GIACOMINIMANUEL GIACOMINI