Basta che lei gli dedichi, il giorno del compleanno, “…un altro anno insieme...” che in risposta ottiene un “…me ne devo
andare…”. Subito si arriva ad un bivio imprevisto. La vita di una coppia di giovani lavoratori precari nel mondo dello
spettacolo diventa la vita di lui e quella di lei alle prese con la precarietà dei sentimenti. Smascherata così, la doppia
(o meglio la triplice) prospettiva del
Riprendimi, titolo-verbo dall’immediata ambivalenza semantica, Anna Negri
crea una pellicola dalla storia (volutamente) non originale, ovverosia (dichiaratamente) ancorata al verosimile
nell’intenzione narrativa di partenza (rasente l’autobiografia, se si vuole), eppure vincente. Forse non innovativo
nemmeno nel linguaggio (quanti film nei film ormai si possono contare?) questo
mockumentary (neologismo coniato per
intendere quel prodotto che con i codici linguistici del documentario crea un soggetto di finzione) convince per la
fluidità tematica promossa a tecnica. Non si tratta né di documentario nel film, né di un film nel documentario, ma di un
continuo slittamento di punti di vista, senza però che l’intersecarsi dei due registri, diventi un esibizionismo sterile o
un cacofonico e ridondante ondeggiare. L’ironia e il grottesco, il sapore del tragicomico e, non da ultimo,
l’interpretazione dei protagonisti salvano il film anche laddove la retorica e il luogo comune (e ce n’è) vorrebbero
parlare.
DAZEROADIECI:: 7/8
ERICA BUZZO