Il film offre uno spaccato di vita di una comunità messicana, tra immigrati di seconda generazione, nel quartiere di Echo
Park a Los Angeles e si svolge nell’arco di tempo che intercorre tra due cerimonie per il festeggiamento dei
quince,
i quindici anni che segnano il rito di passaggio all’età adulta per le adolescenti latinoamericane. Ma Magdalena, damigella
quattordicenne alla festa per la cugina, brucia i tempi e rimane incinta (benché vergine…) prima che arrivi il suo momento.
Scacciata dal padre ultracattolico, troverà rifugio dal vecchio zio Tomàs,
single e tollerante, che già ospita
Carlos, giovane cugino di Magdalena che ha rivelato le proprie tendenze omosessuali… Il ritratto della “strana famiglia”
(rimando chi voglia approfondire l’argomento della rappresentazione della famiglia nel cinema al mio saggio “Vizi di
famiglia”, su “Segnocinema” n. 139) è un’occasione per gettare uno sguardo su una società in bilico tra tradizioni
famigliari e culturali e modificazioni dei costumi e della morale. I due registi, che hanno scritto e diretto a quattro
mani il film, raccontano con vivacità, equilibrio acutezza e gusto dei particolari, evitando i folklorismi della commedia
etnica così come le soluzioni melodrammatiche. Al Sundance Festival ha conquistato giuria e pubblico, aggiudicandosi due
tra i premi maggiori.
MAURO CARON