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Titolo originale: In the valley of Elah
Regia: Paul Haggis
Sceneggiatura: Paul Haggis
Montaggio: Jo Francis
Musica: Mark Isham
Fotografia: Roger Deakins
Interpreti principali: Tommy Lee Jones, Charlize Theron, Susan Sarandon, James Franco, Josh Brolin.
Origine : USA, 2007
Durata: 124’
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La valle di Elah è la valle biblica in cui Golia scendeva tutti i giorni a sfidare gli israeliti finché Davide non si fece
avanti e lo uccise con la fionda. È la storia che Hank, come un qualsiasi buon padre americano, raccontava a suo figlio
Mike prima di spedirlo in Iraq perché si comportasse come un buon Davide e sconfiggesse i suoi nemici. Ma tutti gli ideali
del vecchio vanno in frantumi quando, invece, si trova tra le mani i miseri resti di un mostruoso Golia. L’America inizia
a fare i conti con la più grossa e dolorosa delle conseguenze dell’11 settembre 2001: la guerra in Iraq. Sono quasi
quattromila i morti fra le forze impegnate al fronte. Ogni giorno aerei militari contenenti bare avvolte da bandiere a
stelle e strisce atterrano agli aeroporti, tanto che l’amministrazione Bush ha spento i riflettori sui funerali militari.
Ma Haggis affronta l’argomento dal punto di vista di un reduce della guerra sporca per eccellenza che si trova a
confrontarsi coi reduci della guerra in Iraq. Ragazzi, a volte ragazzini, partiti volontari che per onorare il proprio
paese, chi per il permesso di soggiorno, chi per sfuggire alla giustizia, si sono ritrovati catapultati in una realtà
sorretta da regole severe e assurde da fare invidia al Comma 22 di helleriana memoria. È la fine del sogno americano, e
l’inizio della crisi. È la messa in scena di una richiesta di aiuto, come già Michael Moore faceva in
Stupid White Man, quando chiedeva l’intervento dell’ONU per vigilare sulle future elezioni. Splendido il cast di
attori, tutti degni di entrare nella rosa dei candidati agli Oscar. E la Theron non ha neanche bisogno di imbruttirsi.
DAZEROADIECI:: 8
DONATA SALA
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Un padre alla ricerca del figlio scomparso al ritorno da una missione militare in Iraq: amare verità lo attendono. Un bel
film, serio e onesto, umile nella sua struttura ad indagine (Haggis ha smorzato la sua tendenza a complicare le sue
sceneggiature), con bravi attori, Lee Jones in testa. Che mostra come gli Usa, scegliendo la guerra per proteggere la
propria integrità, l’abbiano definitivamente perduta.
DAZEROADIECI: 7,5
MAURO CARON
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Il padre e suo figlio. Davide e Golia. La patria e i suoi figli. Haggis, qui alla sua seconda regia dopo l’ottimo esordio di
Crash, rielabora il concetto di giustizia che da sempre invade e scuote il suo percorso artistico (di sceneggiatore,
ideatore, cineasta). Un film che racconta la forza esplosiva di un rapporto indispensabile, quello che nasce tra creatore e
creatura, fatto di distanze, sensazioni, percezioni che da un momento all’altro svaniscono nel nulla di una telefonata, di
un sussurro, di una parola spezzata. Il film di Haggis, e forse tutto il suo cinema, racconta le tappe di una ricerca verso
il ritrovamento del senso, dell’ordine, della salvezza. Un film (e un cinema) costruito sui contrasti e i sentimenti, la
rabbia e la vita, in parte condizionato, ma, forse è più corretto dire ispirato alla classicità di Eastwood, di cui Haggis
ne è stato lo sceneggiatore per Million Dollar Baby. Un film, infine, che riflette l’ansia di un sistema cinema,
quello hollywoodiano, che in parte ha deciso di interrogarsi e di stimolare la riflessione nello spettatore. Insomma, un
film passionale, intimo e necessario. Come quella ripresa dall’alto quando Susan Sarandon, al telefono, comprende
l’incomprensibile.
DAZEROADIECI:: 8,5
MATTEO MAZZA
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Paul Haggis, già formidabile sceneggiatore di Million Dollar Baby, Flags of Our Fathers, Letters from Iwo
Jima di Eastwood, sceglie di dirigere un film coraggioso e toccante, offrendo un personale punto di vista sulle
conseguenze civili della gestione della guerra in Iraq da parte degli Stati Uniti e sulle tragiche ricadute che queste
drammatiche esperienze possono avere sulla psiche umana.
Il misterioso assassinio del giovane soldato Mike, appena congedato dall’Iraq, è solo un pretesto per raccontare qualcosa
di più sconcertante e, purtroppo, molto comune tra gli americani: l’orgoglio patriottico distorto. Che acceca anche Hank,
sergente ormai in pensione e padre del giovane ucciso, in partenza per un viaggio alla scoperta dei demoni che
affliggevano il figlio, di sicuro amato, ma forse mai compreso a fondo. Ottimo cast, su tutti Tommy Lee Jones sintesi di
silenzio, dolore e disperazione di un padre che lentamente prende coscienza della trasformazione del figlio da buon
samaritano in aguzzino.
DAZEROADIECI:: 8,5
VANESSA MERATI
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