Il film di Nanni Moretti va visto. E’ un’occasione che non si può sprecare. Anche i pastori abruzzesi, le casalinghe trevigiane e i braccianti lucani dovrebbero vederlo. Chi è di destra alzi la mano e lo guardi. Chi è di sinistra alzi la mano e faccia lo stesso. Chi sta in mezzo si adegui a destra o a sinistra. Chi non lo sa, segua questo consiglio e investa due ore della propria giornata in questo film.
Scelga questo film come fatto culturale e politico. Esageriamo, una scelta civile. Perché la politica non si limita alla partitologia. E’ qualcosa che va oltre e che coinvolge tutti, indistintamente. Come la cultura. Che non deve essere nè di qua nè di là. La cultura deve muovere le coscienze. E Moretti va visto anche se non piace. Questo è il paradosso da cui partire. Un eterno cinema-paradosso pieno di contraddizioni da individuare e distinguere. Le invenzioni e le alterazioni rintracciabili nel suo ultimo fiilm, sono tutte riconducibili all’idea stessa di cinema che Nanni Moretti in questi anni ha creato: un utile e superfluo paradosso. Una costruzione altalenante di contese e contrasti. Vittorie e sconfitte. Domande e risposte. Finzione e realtà. Dubbi e soprattutto pensieri. L’ordine è sparso. Lo sguardo di ciascuno pensa poi a sistemare le cose.
Ecco perché non c’è solo un giudizio su Nanni Moretti, ma continui duelli fatti di incontri e scontri. Moretti, si. Moretti, no.
si. Nanni Moretti in questi trent’anni ha sempre riflettuto sul mondo della comunicazione. I suoi film hanno sempre messo in
luce il rapporto stretto tra l’uomo e i media. Le sue opere,
Il caimano pure, sono piene zeppe di film nel film, di giornali, di studi, di trasmissioni televisive. Uno specchio di apparenza e vita. Una riflessione indispensabile.
no. Nanni Moretti in questi trent’anni ha sempre riflettuto il mondo di Berlusconi. Propaganda inconsapevole.
si. Nanni Moretti è un provocatore. Un uomo che non si accontenta di quello che gli viene consegnato davanti agli occhi. Vuole andare oltre. E nel suo cinema vuole trasportare altri occhi con sé. Vuole viaggiare intorno al suo mondo con altri protagonisti. Il suo cinema serve. Fa pensare. Schianta inevitabilmente l’uomo davanti a una serie infinita di dubbi e scelte. Il suo è un cinema pensante, fatto di bivi. Chi lo segue è costretto a soffermarsi sulle cose, a non lasciare che passi tutto inosservato. Altrimenti è perduto, e spreca i soldi del biglietto.
no. Nanni Moretti è polemico. Sa cosa è sbagliato ma non sa come cambiarlo. Non sa dove andare e cosa fare. E’ la versione imbruttita di un critico. Di un burattinaio che crea un cinema feticcio e pesante, cinico e paranoico.
si. Nanni Moretti è un autore. Uno dei pochi in Italia. Uno che è rimasto. Uno che è sopravvissuto. Uno di quelli che si fanno sentire. Che si fanno odiare e amare. Ma chi l’ha detto che bisogna piacere a tutti? Nel cinema, soprattutto, e anche nella vita, bisogna piacere a tutti? Forse il trucco è proprio quello: piacere alle persone giuste.
no. Nanni Moretti non è un grande regista. Non ha molta immaginazione. E’ più un critico cinematografico. Uno che preferisce far parlare sé stesso e i suoi attori, piuttosto che la potenza e la suggestione delle immagini.
si. Nanni Moretti è italiano. Non so quanto e come ne sia orgoglioso, resta il fatto che i suoi film posseggono sempre uno sguardo rivolto al sottotesto culturale nazionale. In questo duplice rapporto di stima e odio nei confronti dell’Italia, Moretti negli anni è diventato un marchio riconoscibile pure all’estero.
no. Nanni Moretti è autoreferenziale. Rischia di soffocare se non cerca il dialogo, il confronto. Anche nei suoi film. E infatti, lentamente, uno spiraglio si stà aprendo. Essersi dedicato ultimamente alla riesplorazione della famiglia e degli affetti, gli ha permesso di mostrare un nuovo punto di vista. Ma anche quest’ultima volta ha dovuto mostrarsi. Cioè mettersi al centro.
si. Nanni Moretti nel suo cinema (anche e soprattutto quando era Michele Apicella) è aspro, corrosivo, pungente e ironico. Non si adegua. Non si omologa. E’ ancora un autarchico, uno che vuole continuare a farcela da sé. E in un certo senso è un atteggiamento molto positivo: l’uomo che condanna le ingiustizie e va avanti da solo, nonostante tutto. E’un eroe.
no. Nanni Moretti nel suo cinema è perennemente incazzato, strafottente, orgoglioso, presuntuoso e cavilloso. Un uomo che manda giù a fatica gli altri. Uno che li tiene alla larga. E che se ne stà alla larga. Questa condizione portata all’estremo lo tramuta in un’egoista molto egocentrico.
si. Nanni Moretti ha scelto dopo Laura Morante (donna sognata in
Sogni d’oro, uccisa in
Bianca amata in
La stanza del figlio) Jasmine Trinca come musa ispiratrice. Un solo commento: Moretti ha gusto.
no. Nanni Moretti è pessimista. Il finale di
Il Caimano con la sua ombra mette in luce una condizione presente in tutto il cinema morettiano. Un velo di pessimismo che torna sempre. Una folata sensoriale restrittiva e asfissiante.
si. Nanni Moretti è sincero. E questa è una sorta di speranza. La rincorsa del suo cinema è tutta proiettata verso la ricerca di una verità, quella morettiana, che difficilmente cede a compromessi. Moretti si fa portatore solo ed esclusivamente del suo sguardo. Racconta ciò che vede, prova e assapora vivendo. Si circonda sostanzialmente di amici. Il suo è un cinema famigliare. E questo convince ancora di più, perché tutti credono nello stesso progetto, non sono lì solo per far soldi.
no. Nanni Moretti non è riuscito ad impedire che si dicesse: «lo vedrò dopo le elezioni». Non ha evitato nessun tipo di
clamore o polemica sull’uscita del suo film. Non è riuscito a distaccarsi dalla campagna elettorale. Alla fine sembra
che l’attesa e le aspettative create intorno a
Il Caimano fossero tutte indirizzate verso la storia di Berlusconi. Un autogol dello stesso Moretti. Il film vale molto di più.
si. Nanni Moretti è un narratore intimo. Anche
Il Caimano è costruito sulle vicende di una
famiglia che lotta, soffre, vive. Il cinema di Moretti spesso si è interrogato sul senso della famiglia, delle relazioni, dell’unione, dell’amore. Anche qui non viene mai data una risposta scontata e univoca. Moretti non fornisce soluzioni generiche. Riflette ad alta voce.
no. Nanni Moretti è Nanni Moretti quando impersona Silvio Berlusconi nel finale di
Il Caimano. E siccome quel film è il film dell’esordiente regista Jasmine Trinca questa appare una nota stonata visto che si stà realizzando un prodotto finto.
si. Nanni Moretti ancora una volta dà importanza ai piccoli segni, ai particolari, a ciò che fa la differenza. Il piccolo pezzo di lego questa volta. Il trapano la volta prima. Il bisogno di affetto denunciato attraverso la nutella. L’ossessione per le scarpe. I giudizi critico-cinematografici (questa volta positivi su Mihazaki) i viaggi in Vespa (e non da Vespa).
no. Nanni Moretti ha cancellato l’appuntamento con il Cinema Rondinella.