FUORISCHERMO

 

IL CAIMANO
FLYER
Titolo originale: Il caimano
Regia: Nanni Moretti
Sceneggiatura: Nanni Moretti, Federica Pontremoli, Francesco Piccolo
Montaggio: Esmeralda Calabria
Musica: Franco Piersanti
Fotografia: Arnaldo Catinari
Interpreti principali: Silvio Orlando, Jasmine Trinca, Margheruta Buy, Michele Placido, Elio De Capitani, Nanni Moretti
Origine : Italia, 2006
Durata: 112'
Colore





FLYER Il caimano non è un film su Berlusconi, è un film sul cinema! Forse il più ambizioso del regista romano. Pur non riuscendo a spiazzare e divertire come in altri casi, Moretti prende per mano lo spettatore e lo fa letteralmente “navigare” senza soluzione di continuità (ma forse qua e là un minimo di “attrito tra le parti la si può anche notare), tanto in maniera auto-ironica e divertita, quanto in chiave apocalittica (si pensi all’inquietante finale), tra i vari generi e registri cinematografici che hanno caratterizzato la sua lunga attività di regista, da Io sono un autarchico a Bianca, da La messa è finita a La stanza del figlio; un’ipotetica e personalissima “storia del (suo) cinema” costellata da molti dei suoi pregi e difetti, e impreziosita da numerosi”camei” e comparsate omaggio: da Montaldo a Mazzacurati passando per Stuhr…
Ma Il caimano è anche un film su Berlusconi, o meglio, sul “berlusconismo”, su quanto di sgradevole, imbarazzante e “trash” sia diventata quella che il produttore polacco chiama “l’Italietta” di oggi. Non un invettiva alla Michael Moore, come qualcuno si aspettava; senza tener presente che Moretti è sempre stato “regista” delle contraddizioni, dei chiaro-scuri, di certo sempre avulso dalla “propaganda” (con buona pace dei “forzisti” padovani!). Riflessione sulle macerie: inquietanti quelle sociali e politiche lasciate in eredità da 12 anni di strapotere mediatico del “piazzista di Arcore”, con le quali, sembra suggerirci, ci si dovrà confrontare nei prossimi anni, a prescindere dall’esito elettorale; ineludibili quelle che il singolo individuo sempre più spesso lascia dietro di sé nei rapporti umani e affettivi: disperati sì, ma non senza speranza.
GIANLUCA CASADEIGIANLUCA CASADEI


FLYER Moretti dà una scossa al Paese intorpidito. Senza saccenteria, senza presunzione, con solido cinismo. Il Caimano è un bel film, di una potenza impressionante, capace di fissare le cose di cui parla con rigore e serietà. E’ un risultato ammirevole, visto che si ride anche molto. Il Caimano dice: «L’Italia degli ultimi trent’anni è Silvio Berlusconi», e parla di fatti. Lo fa meglio di inchieste e documentari, benché non sia affatto un documentario. Moretti racconta senza giri di parole un’Italia allo sfascio, collerica: la rabbia furibonda che un lucido e intensissimo Silvio Orlando impone al suo personaggio (e nella fase centrale, anche al racconto). Il film perde solo un po’ di grazia cinematografica nel finale, buio e tutt’altro che surreale; ma non è un demerito. Finalmente un lungometraggio italiano che parla dell’Italia «che non ha mai finito di toccare il fondo». La maniera migliore di smettere di prendersi in giro da soli, e di recuperare un briciolo di dignità.
SAMUEL COGLIATI


FLYER Difficile parlare del film ad urne appena chiuse, quando mezza Italia ha votato, convinta, testarda e direi orgogliosa per il Grande Caimano, esattamente quello ripugnante, che fa e dice schifezze, che divora gli altri e che pensa solo al proprio stomaco. Ma tant’è. L’avvertimento lanciato da Moretti sembra superato dai tempi, un discorso fatto ai già solidali ma che lascia indifferente una mezza Italia impermeabile a qualsiasi nefandezza, ben disposta allo sfascio costituzionale e alla squalificazione internazionale pur di tenersi stretto il portafoglio. Il film, poi, mi è sembrato disomogeneo, troppo pieno (il cinema + la famiglia + Berlusconi + Fellini + il trash + il grottesco + il sentimentale + il pamphlet ecc. ecc.) e nello stesso tempo troppo vuoto (l’Italia berlusconiana di cui si enuncia nel film dov’è?). Paradossalmente, Berlusconi è una figura troppo grande per poter stare nel riquadro di un monitor tv, o nella scialba caratterizzazione di De Capitani. Stupendo quindi il colpo di scena e di cast finale, dove al Narciso della Politica si contrappone direttamente il Narciso del Cinema, rinunciando a qualsiasi tentativo mimetico. Nella lontananza abissale del volto e dei toni di Moretti dalla maschera e dal ghigno del Caimano si rivela tutta la distanza morale tra i rappresentanti di due Italie, tutta l’inquietudine che suscita questo risultato elettorale.
MAURO CARONMAURO CARON