Regista e protagonisti di questa singolare avventura culturale raccontano fin dagli albori la nascita dell’orchestra nata intorno a piazza Vittorio, quartiere multietnico romano, che ha raccolto musicisti di diversa estrazione proveniente da quattro continenti. Esperienze umane, culturali e musicali diversissime che hanno cercato un punto di fusione alla ricerca di un equilibrio e di un’armonia superiore o trasversale a ciascuna di esse. I risultati musicali sono indubbiamente originali e suggestivi e le riprese in digitale citano la fotografia sporca del cinema indipendente degli anni ’70. Stupisce (?) però, e fa pensare, apprendere che la formazione dell’orchestra non è stato per niente un processo spontaneo, entusiastico e indolore, bensì il frutto di un lento, faticoso e testardo lavoro da parte degli ideatori, in nome di un volontarismo tanto caparbio quanto astratto in partenza.
Le strade dell’integrazione sono ancora lunghe e per nulla agevoli.
MAURO CARON