Vita quotidiana ai tempi della Ddr. La Germania è divisa dal Muro, e i burocrati che dovrebbero amministrare la libertà
comunista spadroneggiano inseguendo personali ambizioni di potere e perfino desideri carnali in un regime di sospetto e di
terrore mantenuto vivo grazie alla Stasi, la polizia segreta, e ad una gigantesca rete di collaboratori e delatori,
volontari e no. Ma l’agente della Stasi incaricato di spiare un autore teatrale e la sua bella compagna attrice, di cui è
invaghito un potente ministro, a contatto, sia pure professionale, con l’intimità di esseri umani innocenti spiati e
perseguitati, lascerà riemergere la propri umanità, fino alla catarsi personale che precede di pochi anni la caduta del
Muro. Non è che le cose miglioreranno granché: l’agente diventa un solitario postino mentre l’ex ministro continua ad
andare a teatro e a sfoggiare la propria arroganza: ma la coscienza dell’uomo è salva e tra due uomini, che non si sono
praticamente mai incontrati, si è stabilito un legame indissolubile di umana solidarietà, di simpatia e di riconoscenza.
Kammerspiel più che affresco storico, storia di una contrapposizione antropologica e morale prima che politica e
ideologica (gli “uomini buoni” contro i soprusi dei potenti),
La vita degli altri si è aggiudicato l’Oscar (e una
serie di altri premi) con una storia che ha il sapore della verità, senza forzature stilistiche o narrative.
DAZEROADIECI: 7,5
MAURO CARON