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Titolo originale: L'age des ténèbres
Regia: Denys Arcand
Sceneggiatura: Denys Arcand
Montaggio: Isabelle Dedieu
Musica: Philippe Miller
Fotografia: Guy Dufaux
Interpreti principali: Marc Labreche, Diane Kruger, Sylvie Léonard, Caroline Neron, Rufus Wainwright, Macha Grenon, Emma De Caunes, Didier Lucien.
Origine : Canada 2007
Durata: 110'
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Arcand propone un’altra tappa del viaggio ironicamente apocalittico del maschio bianco occidentale borghese in età matura
iniziato con Le invasioni barbariche, che era a sua volta il seguito ideale di un film girato quasi un ventennio
prima, Il declino dell’impero americano. Qui siamo nel Canada di un minaccioso futuro molto incombente, dove il
pretesto parafantascientifico gli permette un surplus di provocazione e di scorrettezza politica. A tratti diverte,
a tratti lascia perplesso, il film è narrativamente sconnesso (imperdonabile da questo punto di vista la lunga parentesi al
torneo medioevale, pur con i sorrisi che strappa) e ideologicamente scabroso, avvicinandosi ulteriormente sull’orlo della
misoginia e del razzismo verso il quale già si incamminava il precedente, forse sopravvalutato, film. Da vedere con
dibattito al seguito.
DAZEROADIECI: 6
MAURO CARON
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Arcand di nuovo, più amaro, più arrabbiato, più cinico e vero di prima. Prima ancora che l’uomo possa fallire davanti agli
altri, fallisce dentro se stesso, nei suoi sogni, nelle sue aspettative, nei suoi ricordi e nella sua concretezza. Un film
di spessore, a categorie. Onirico e fantasmatico, surreale e classista, sentimentale e grottesco, relazionale e divorzista.
Un film che entra nelle case borghesi e finto-borghesi per distruggere ogni convinzione. A tratti cattivo e perforante, a
tratti costruttivo e speranzoso. Un film che ogni volta lascia un vuoto immenso cerca di riempirlo con nuove trovate. Un
film, infine, che cerca di ricollocare l’uomo nel nuovo millennio. Cerca di dargli uno spazio, una possibilità, una luce
per uscire. Il finale è da discussione notturna, che può coinvolgere i giovani, gli adulti gli anziani. In fondo è un
viaggio nel tempo e nella coscienza di ciascuno. Anche se per Arcand non è più una novità.
DAZEROADIECI:: 7,5
MATTEO MAZZA
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