Con questa strana produzione italo-cinese (la presenza dell’Italia si sente soprattutto nella colonna sonora) torna sugli
schermi Zhang Yuan , già autore dell’apprezzato “17 anni”. Qui l’età anagrafica dei protagonisti scende, fino a raccontarci
le avventure d’asilo di un piccolo cinese piuttosto pestifero e non molto simpatico, nella Cina degli anni ’40. Il piccolo
mal sopporta la disciplina (ben si avverte l’allusione all’oppressività del regime comunista) e diventa un piccolo
leader testardo e ribelle, in grado di far credere ai suoi coetanei che la maestra è un pericoloso mostro
mangia-bambini. Ma il film non convince noi: pur in presenza di tanti bambini non scattano mai la simpatia né la tenerezza,
la narrazione è ripetitiva e priva di invenzioni, l’insistenza sulla dimensione scatologica delle avventure (che pure
costituisce un ambito importante della realtà infantile, e che qui serve ad articolare il discorso su regole e
trasgressione) è fastidiosa, e la pervasività delle scene di nudo infantile adombra perfino un’ombra di compiacimento
voyeuristico-pedofilo nell’occhio di chi riprende.
DAZEROADIECI: 4
MAURO CARON