Cleveland Heep, custode tuttofare del complesso residenziale "The Cove", una notte entra in contatto con la narf Story, una
giovane creatura dai capelli rossi proveniente dal mondo marino, trovata nella piscina dell'edificio. Story è inseguita da
un orribile Scrunt, un malvagio mostro coperto di fili d'erba che le impedisce di tornare nel regno azzurro, rischiando il
collasso del mondo. I bizzarri abitanti di The Cove dovranno mettere insieme le loro forze per aiutarla a fugggire.
Shyamalan, regista iconico/semiotico, immancabilmente criptico, torna a riflettere le paure e i sogni dell'uomo utilizzando
i meccanismi della fiaba, predicando la salvezza del mondo facendo leva sul punto di vista dei bambini, vera fonte di
purezza e incontaminazione. Lady in the water ricalca fedelmente, riservando non poche sorprese, il tessuto dei film
precedenti: ritmo non travolgente ma avvolgente; spazio e tempo ridecodificati e quasi annullati e smaterializzati; il
senso e il valore della comunità al centro di più mondi; il gusto pittorico livido che prevale su qualsiasi forma dinamica
di arte post-moderna; il valore dei ricordi; il contatto/contaminazione col diverso; le dinamiche della comunicazione
visiva, verbale, fisica. Il regista indiano ha inventato così un cinema nuovo, a tratti perverso, narcisistico e predicatori
o ma vitalmente sognante, immaginifico e fantasioso. Shyamalan è ideatore di un cinema sempre alla ricerca di un senso, che
riesce a compiere la sua missione sorprendendo lo sguardo.
MATTEO MAZZA