Mira Nair torna a parlare di confronti tra culture, come già in Mississipi Masala, attraverso le vicende di una coppia di giovani indiani che si trasferisce negli Stati Uniti e del loro figlio maggiore, chiamato Gogol in onore dello scrittore russo che ha parte importante nel destino dei personaggi. Il contrasto tra il mondo freddo e confortevole degli Usa e quello miserabile, caotico e colorato dell’India, tra il calore della famiglia e il senso della solitudine degli immigrati, tra la generazione dei genitori e quella dei figli, che si sentono americani a tutti gli effetti e faticano a riconoscersi nelle tradizioni del paese d’origine, sono raccontati con sensibilità e finezza, grazie ad una regia che riesce a raccontare una storia che si estende su un arco di oltre 20 anni senza sembrare per questo superficiale o schematica ma anzi creando atmosfere e intimità con i personaggi, e ad una fotografia che rende visibili i sentimenti e il passare del tempo, con i colori freddi e bui dei primi tempi nella gelida New York a quelli più caldi e ariosi delle ambientazioni indiane e della seconda generazione.
DAZEROADIECI: 7,5
MAURO CARON