FUORISCHERMO

 

GUIDA PER
RICONOSCERE I TUOI SANTI
FLYER
Titolo originale: A Guide to Recognizing Your Saints
Regia: Dito Montiel
Sceneggiatura: Dito Montiel
Montaggio: Jake Pushinsky, Christopher Tellefsen
Musica: Jonathan Elias, Jimmy Haun, David Wittman
Fotografia: Eric Gautier
Interpreti principali: Robert Downey Jr., Rosario Dawson, Shia LaBeouf, Chazz Palminteri, Dianne Wiest, Channing Tatum, Eric Roberts
Origine : Usa, 2006
Durata: 98'

FLYER Dito è uno scrittore che vive in California, da quando ha lasciato la sua famiglia a New York. Un giorno riceve una telefonata dalla madre e torna nel quartiere in cui è cresciuto. Ritrova gli amici, gli amori, i luoghi, i ricordi e soprattutto le paure con le quali non ha ancora saldato il debito. Esordio molto interessante quello di Dito Montiel, giovane regista e sceneggiatore che guarda un pò alla letteratura di genere, un pò al cinema di formazione, ma che riesce a realizzare un film suo, ricco di sfumature e intuizioni. S'intrecciano i codici scorsesiani o quelli del cinema di Spike Lee quando si aprono gli occhi sul Queens; s'intravede una punta di nostalgia davanti allo scambio presente/passato, si racconta la rabbia e si guarda all'amore sfuggito, sfiorato, solo, per un attimo, immaginato. E poi il viaggio, il ritorno, lo scambio comunicativo e le problematiche relazionali familiari. Un cast notevole, atmosfere evocative, musica e ritmo che accompagnano l'emozione. Attenzione, comunque: molto di non visto, qualcosa, forse, di già visto.
DAZEROADIECI:: 7
MATTEO MAZZAMATTEO MAZZA


FLYER Dito, nato e cresciuto ai margini della Grande Mela e poi trasferitosi in California, diventa uno scrittore di successo grazie a un romanzo che racconta della sua turbolenta adolescenza. Quando Monty, suo padre, si ammala seriamente, fa ritorno proprio in quei sobborghi che ha lasciato, ma che non hanno mai lasciato lui. Ritrova le stesse atmosfere, gli stessi vecchi amici sbandati e senza padri, tutti legati a Monty, unica figura paterna, più affettuosa che realmente comprensiva. Fioco, lontano, ma comunque presente, il barlume di speranza che conduce Dito Montiel, autore di questa autobiografia, al di là dello squallore e della violenza. La fuga dalla disperazione verso il sole della California è la stessa di tanti film di formazione, le atmosfere sono quelle cupe e concitate alla Requiem For a Dream, così come familiare è la morale di fondo che il film inevitabilmente esprime: you live here you die here. Il regista evita la linearità intrecciando passato e presente e scongiurando (non del tutto) il pericolo del “già visto”.
DAZEROADIECI:: 6
DANIELA SCOTTODANIELA SCOTTO


FLYER Dito Montiel rievoca in un film per buona parte autobiografica la propria giovinezza trascorsa negli anni ’80 nella periferia newyorkese. Il racconto è praticamente diviso in due, stilisticamente, temporalmente e narrativamente (anche diversi attori cambiano mentre i personaggi passano dall’adolescenza all’età adulta): nella prima l’adolescenza del gruppo di protagonisti, tra povertà, violenza, sesso facile, difficili rapporti con i genitori, desideri di fuga, è descritta con un ritmo da free jazz, con scene concitate, montaggio ondivago e nevrotico, parlato continuamente sovrapposto; la seconda, dal ritmo molto più soft, mostra il ritorno del protagonista sui luoghi della propria giovinezza, alla ricerca di una difficile e sofferta riconciliazione con i fantasmi del proprio passato. Montiel, all’esordio cinematografico dopo essersi cimentato nella narrativa, è ambizioso e sceglie di osare, rischiando di irritare con una prima parte sovreccitata (ma nella quale le rare e brevissime pause già aspirano immediatamente ad un afflato lirico elegiaco) e di impantanarsi in una seconda parte più riflessiva e nostalgica, nella quale salgono in primo piano i conflitti tra il protagonista e il padre, solo allusi nella prima parte. Un esordio comunque coraggioso, che arriva ad un risultato tutto sommato compatto e ad una morale non facilmente pacificatoria.
DAZEROADIECI: 7
MAURO CARONMAURO CARON