FUORISCHERMO

 

FACTORY GIRL
FLYER
Titolo originale: Factory Girl
Regia: George Hickenlooper
Sceneggiatura: Captain Mauzner
Montaggio: Michael Levine (III), Dana E. Glauberman
Musica: Ed Shearmur
Fotografia: Michael Grady
Interpreti principali: Sienna Miller, Guy Pearce, Hayden Christensen, Jimmy Fallon, Jack Huston, Armin Amiri, Tara Summers, Mena Suvari, Shawn Hatosy, Beth Grant.
Origine : USA, 2007
Durata: 90'

FLYER Breve vita (in)felice di Edie Sedgwick, una fanciulla che apparentemente ha tutto dalla vita: ricchezza, giovinezza, bellezza, gusto, fama, forse talento. Ma che ha anche alle spalle un passato con un padre che la molesta sessualmente con la silenziosa connivenza della madre, due fratelli morti prematuramente (uno suicida), un ricovero in clinica psichiatrica. Studentessa d’arte trapiantata a New York nella seconda metà dei sixties, la sua vita esploderà a contatto con la Factory di Andy Warhol, tra bohème e glamour, e imploderà tra il bisogno d’amore e l’abisso della droga. Se il cinema spesso ha l’ambizione di rendere emblematici e di significato universale personaggi inventati, al contrario il biopic ha un intento riduzionistico – quello di darne carne e sangue – sempre di celluloide, s’intende – a personaggi reali, che non me lo rende particolarmente simpatico. La parabola di Edie, eletta ad icona della cultura e della moda da Warhol, che poi la lascerà autodistruggersi, attraversa un pezzo interessante e pittoresco della storia che ancora ci riguarda (è vero che uscito dal cinema ho visto delle ragazze vestite, senza saperlo, come lei), toccando diversi personaggi dalla statura di mito contemporaneo: dallo stesso Warhol (con Guy Pearce bravamente impegnato a far ribollire dei sentimenti dietro la sterile maschera plastificata del personaggio), ad un Bob Dylan - esplicitamente rappresentato ma di cui è evidentemente vietato fare il nome (che non compare nemmeno nella quarantina di pagine del press book) e cui spetta il curioso record di essere stato impersonato, visto I’m Not There, circa otto volte nello stesso anno, con un’interpretazione più eccentrica dell’altra – che qui è politicamente impegnato ma umanamente scostante. A Sienna Miller tocca il compito non facile di rendere il carisma di un’icona di bellezza e gusto che è contemporaneamente una ragazza molto giovane ed estremamente vulnerabile; la fotografia di Michael Grady cita opportunamente la grana e i colori (o il b/n) dell’epoca.
DAZEROADIECI: 7
MAURO CARONMAURO CARON


FLYER Arriva in Italia dopo un anno il film che ha lanciato Sienna Miller come icona di stile. Un anno di attesa per le (dis)avventure newyorkesi di Edie Sedgwick, bellissima musa che ispirò i film di Andy Warhol. Il film è stilisticamente girato come un reperto d’epoca. Molte scene e molte suggestioni visive provengono dai film che la stessa Edie girò sia all’interno della Factory di Warhol, che, dopo la rottura con l’artista, per alcuni registi underground. La voce fuori campo si ispira alle cassette che Edie, strafatta, incideva e che sono state usate per completare Ciao!Manhattan dopo la sua morte. Ma qui il regista manca il bersaglio. La generazione degli anni ’70 fu la prima a usare consapevolmente i media per lasciare una traccia di sè. La vanità e la voglia di mostrarsi, di lasciare una traccia, un ricordo nelle menti delle persone spinse i giovani a scrivere, a fotografare, a farsi fotografare, a filmare. Tutti potevano avere accesso a una super 8 per realizzare filmini famigliari. Ed è così che Warhol riprendeva la Factory, come una famiglia, una famiglia fatta mettere in posa che viveva di sballi, di eccessi, alla ricerca di una nuova forma di espressione. Se Warhol riusciva a vendere come arte della zuppa, cosa potevi comporre che non fosse già stato fatto? Il film invece si accartoccia sulle sventure della povera piccola ragazza Edie. Rifiutata dalla famiglia per la sua amicizia con Warhol, rifiutata da lui per il suo amore per Bob Dylan (nel film, per imposizione dello stesso Dylan, il suo nome non può essere citato, tanto che non viene citato neanche nella cartella stampa), e rifiutata da Dylan, che si sposerà in segreto nell’anno della loro presunta relazione, per la sua amicizia con Andy. Alla fine cosa rimane della storia di Edie? Nulla, se non la solita tragica parabola della ragazza di campagna che si fa triturare dalla grande mela. Solo un’altra ragazza interrotta.
DAZEROADIECI:: 6
DONATA SALADONATA SALA