Il
remake di
Non rubare se non è strettamente necessario prende spunto dai
crack finanziari di Enron,
Worldcom e altri grandi colossi finanziari americani (sarcasticamente ringraziati nei titoli di coda) che hanno mandato sul
lastrico migliaia di americani, privati d’un colpo di lavoro, risparmi e pensione (investiti in azioni dell’azienda in cui
lavoravano). E’ quello che succede a Dick,
manager di fresca promozione, che precipita con la sua famiglia in un
baratro socio-economico fino alla povertà. Finché decide prima di darsi al delitto (un percorso analogo sceglieva anche
Il cacciatore di teste di Costa-Gavras), svaligiando negozi e banche in compagnia della moglie Jane, poi di
rivolgere le sue criminose attenzioni al cinico magnate bancarottiere, trasformandosi in una specie di Robin Hood. Tutto
impostato sui toni della commedia, con un Carrey sempre grande a patto di avere un buon copione tra le mani, politicamente
corretto (Dick fraternizza perfino con i lavoratori clandestini messicani), molto esplicito nella sua satira, il film
risulta molto godibile, con
gag divertentissime concentrate soprattutto nella prima parte, un calo di tensione
nella parte “criminale” e un recupero in chiave di commedia-
thriller nel finale.
MAURO CARON