Una giovane donna sola in una Milano estiva e scostante. Il suo insegnante di russo, che lei ha tentato di sedurre, le
chiede il piacere di ospitare una ragazza ucraina per una settimana; tra le due donne dopo la prima diffidenza sta per
nascere un’amicizia, ma all’improvviso la straniera scompare nel nulla. Per l’altra, sarà forse un’occasione per uscire dal
torpore di un vita “in attesa”.
La Spada (
Forza cani) trova la forma che si adatta al racconto: al vuoto esistenziale della protagonista corrisponde
il vuoto degli ambienti domestici e del paesaggio urbano, con tutte le conseguenti scelte di inquadratura e di
location: per cui personaggi marginalizzati o addirittura esclusi dall'inquadratura; ambientazioni urbane
periferiche e prive di
glamour (bella l'inquadratura finale, con il paesaggio che diventa astratto mentre la
macchina da presa gli sfreccia accanto: non è semplicemente un cambio di
location, ma precisamente lo sguardo della
protagonista che si mette in movimento); scelte antidescrittive e antinarrative (anche nel montaggio sonoro); stile di
recitazione freddo e controllato. I riferimenti alti della regista sono Antonioni e Ozu, l’ambizione quella di raccontare
l’incomunicabilità contemporanea e il difficile rapporto con l’altro da sé, sia in senso esistenziale che socio-geografico.
Un tipo di cinema che piace ai festival (e infatti è stato più volte premiato), ma che i distributori italiani esitano a
proporre al pubblico.
DAZEROADIECI: 6,5
MAURO CARON