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Titolo originale: Burn After Reading
Regia: Joel ed Ethan Coen
Sceneggiatura: Joel ed Ethan Coen
Montaggio: Roderick Jaynes
Musica: Carter Burwell
Fotografia: Emmanuel Lubezki
Interpreti principali: George Clooney, Frances McDormand, Brad Pitt, John Malkovich, Tilda Swinton, Richard Jenkins, David Rasche, J.K. Simmons
Origine : Usa, Gran Bretagna, Francia - 2008
Durata: 96'
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L’agente della Cia Osborne Cox (John Malkovich) viene allontanato dall’incarico per motivi di alcolismo. Lo sceriffo federale Harry Pfaffer (George Clooney) è un volgare sciupafemmine con un sacco di intolleranze alimentari. Linda Litzke (Frances McDormand), che interventi di chirurgia estetica praticamente su tutto il corpo, lavora in una palestra della periferia di Washington insieme allo strano collega Chas (Brad Pitt). Quattro destini che si incrociano per un errore, una dimenticanza, una distrazione. E da caos, nasce caos. La nuova commedia nera dei fratelli Coen ribalta ogni codice del cinema spy story, sfottendone apertamente i meccanismi più celebri e consolidati. Definito dai Coen stessi la conclusione ideale della “trilogia dell’idiota” ( Fratello dove sei?, Prima ti sposo e poi ti rovino) Burn after reading sfrutta tutta la potenza graffiante del cinema demenziale, l’adrenalina dello spy-story, senza rinunciare a tratteggiare riflessioni significative sull’epoca contemporanea.
Dall’apparire, all’essere altro, dal ridefinire il corpo alla solitudine e al bisogno d’amore. Un film divertente, acceso, forte di un cast notevole. Ok Brad e George, ma bravissima la McDormand (quinta volta nei film del marito Joel) che con quel caschetto, sembra la versione pop e femminile di Bardem di Non è un paese per vecchi.
DAZEROADIECI:: 8
MATTEO MAZZA
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Devo confessare che il registro del grottesco non è proprio congeniale, e che la metà farsesca dei fratelli Coen, contrapposta a quella nera di, per esempio, Non è un paese per vecchi, non è la mia preferita. Mi ritrovo perplesso anche a questo divertissment spionistico, con cast di extra-lusso (perfino un semi-sconosciuto come Jenkins nel frattempo è balzato in primo piano con L’ospite inatteso). Capisco le marche di genere messe lì apposta per essere parodiate, il lusso iconoclasta e sprecone di affidare parti da tonti a sex symbol planetari come Clooney e Pitt, e di fare sparire il secondo a metà film con una pallottola in faccia, capisco il retropensiero d’autore su un mondo dominato dal caso e dal caos (come fu dall’esordio di Blood Simple fino all’ultimo Non è un paese per vecchi), ma mi sembra ancora una volta (come già, ad esempio, Prima ti sposo poi ti rovino o Fratello dove sei? , entrambi associati al pur simpatico Clooney) che l’operazione lasci il tempo che trova, che l’umorismo sia di grana grossa (e stendiamo un velo pietoso sull’inqualificabile trovata della poltrona erotica), che c’è altro di meglio da guardare e da filmare.
DAZEROADIECI: 6
MAURO CARON
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