Cresciuti insieme e in seguito separati, il francese Azur, capelli biondi e occhi azzurri, e l'arabo Asmar, capelli bruni e
occhi neri, si ritrovano da adulti, entrambi decisi a liberare la Fata dei Djinn. Per riuscire nel loro scopo, oltre ad
affrontare pericolosi banditi e malefici mercanti di schiavi, dovranno pure superare i contrasti derivanti dalle loro
diverse origini. Il maestro
Ocelot, creatore di Kirikù, torna a raccontare con la sua poesia, la sua arte e la sua fantasia,
una nuova storia, una nuova leggenda di vita e colori. Questa volta, accantonata l'Africa (anche se le influenze cromatiche
sono evidenti) si sposta nel mondo arabo per riflettere sull'odio razziale e sullo scontro di culture diverse,
sottolineando pure l'importanza del divertimento dello spettatore attraverso l'uso di un'inedita tecnologia per il cinema
d'animazione. Il frullato di immagini 3D e 2D offre un'esperienza visiva emozionante e quasi costringe la libertà di
ciascuno a prendere il volo e immergersi nel magico mondo di Ocelot. Che non è ossessionato dalla verosimiglianza, ma anzi,
sembra sussurrare che la sua tecnica, il suo cinema, sintetizzano la sua idea del mondo. Un cinema diverso nel quale si
scatena una varietà di forme, colori, idee.
DAZEROADIECI:: 8
MATTEO MAZZA