FUORISCHERMO

 

ANGEL
FLYER
Titolo originale: The real life of Angel Deverell
Regia: François Ozon
Sceneggiatura: François Ozon, Martin Crimp
Montaggio: Muriel Breton
Musica: Philippe Rombi
Fotografia: Denis Lenoir
Interpreti principali: Romola Garai, Lucy Russel, Michael Fassbender, Sam Neill, Charlotte Rampling, Jacquile Tong, Janine Duvitski, Christopher Benjamin, Jemma Powel
Origine : Gran Bretagna, Francia, Belgio, 2007
Durata: 118'

FLYER Inghilterra, inizio ‘900. La figlia della droghiera ha velleità letterarie. Giovanissima e arrogante, ottiene un miracoloso successo popolare, celebrità e ricchezza. Compra la casa dei suoi sogni (Paradise…) e poi tenta di fare lo stesso con l’uomo dei suoi sogni, un pittore troppo moderno per i suoi tempi, amante poco coinvolto e marito infedele. Ozon prende un romanzo degli anni ’50 e lo traduce in un strano film, troppo poco appassionato ai propri personaggi per essere un melodramma hollywoodiano, troppo indulgente per essere un apologo fassbinderiano; troppo stilisticamente compiaciuto per essere popolare, troppo attento ad un genere frivolo (anche quando vuole essere tragico) per poter essere preso sul serio. Tra un primissimo piano e l’altro della Garai (già giovane scrittrice nel contemporaneo "Espiazione", qui in un personaggio che secondo Ozon sarebbe ispirato alla Scarlett O’Hara di "Via col vento"), affiorano temi di riflessione su arti popolari e gusto, su moda e successo, su arti nobili (la pittura di Esme, anche se si prende il suo tempo) e popolari (i romanzetti di Angel), ma non si capisce bene a chi si rivolga un’operazione come questa, a sua volta fuori moda e fuori tempo.
DAZEROADIECI: 6
MAURO CARONMAURO CARON


FLYER Un melò puro, ma non solo. Un cerchio chiuso tra (le due - letteraria e cinematografica -) Angel Deverell e Marie Corelli, ma non l’unico. Il melò è gonfio quanto spudorata è la protagonista, ma Ozon, amante e sperimentatore dei diversi registri, non lascia che il fantasticare di Angel pervada l’intero film e manipoli totalmente anche la sua regia… i suoi sogni. Farcito per la gran parte di melò, il film parte presentandosi quasi ‘realista’ (Inghilterra, primi Novecento, inverno, scuola…drogheria e famiglia non agiata…). La fantasia di Angel cattura la regia e il realismo svanisce (o è solamente un addobbo semanticamente inerte: si pensi alla pur curata ricostruzione dell’alta società inglese). Tramonta il sogno-realtà è Ozon lascia qualche orma di grottesco (Angel, da principessa si trasforma in una pseudo punk, (o) in una trasandata ‘vagabonda’ senza più, si potrebbe dire, arte né parte… se arte e parte ne aveva, (o) in una specie di strega con tanto di cappello nero e capelli scuri lunghi spettinati, vestita di stracci), nato dallo scontro tra l’Angel di prima e l’Angel di ora e, anche, tra Angel di ora e Angelica (l’Angel di mai, dei sogni rimasti sogni), per finire nella tragedia (in realtà, la terza del film). Il dramma, certo, ci può stare in tutto questo, lo spirito della commedia, pure (Angel a volte ci tenta di far ridere, ma…).
Insomma per Ozon, un grande esercizio di stile, elegante e raffinato nella sua forma, abbondantemente narcisistico nel suo intento. Un gioco che evidentemente piace al regista, e se qualcuno vi vede del grottesco nell’intero suo giocare (non solo nelle ultimi immagini, palesemente grottesche, prodotte da tale gioco)…ecco che il secondo cerchio cui si accennava si chiude (col primo film, Sitcom), ma funziona qui come lì?
DAZEROADIECI:: 5
ERICA BUZZOERICA BUZZO