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Titolo originale: 1408
Regia: Mikael Hafstrom
Sceneggiatura: Matt Greenberg, Scott Alexander, Larry Karaszewski
Montaggio: Peter Boyle
Musica: Gabriel Yared
Fotografia: Benoit Delhomme
Interpreti principali: John Cusack, Samuel L. Jackson
Origine : USA, 2007
Durata: 94'
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“Nessuno dura più di un’ora nella 1408” dice il direttore del Dolphin Hotel a Mike Enslin, scrittore fallito e ubriacone che
gira i luoghi infestati alla ricerca di una prova dell’esistenza di una vita dopo la morte. Enslin è cinico e crede che i
fantasmi siano solamente un buona pubblicità per gli hotel lontani dalle strade principali. E nel centro di New York, come
può esistere una stanza infestata? Ma quando scatterà la sua ora, una volta chiusasi la porta alle sue spalle, saranno i 60
minuti più lunghi della sua intera esistenza. La 1408 è un puro concentrato di male, vive di vita propria e pone l’uomo di
fronte alla cosa che più teme al mondo: se stesso. Guardandosi come in uno specchio, la mente dell’uomo vacilla e alla fine
crolla. L’unico modo per andarsene, suggerisce la stanza stessa, il solo, è uccidersi. Solo la morte può salvare l’uomo
da se stesso. Stephen King ci ha abituati a case in cui può accadere di tutto, in cui la mente può perdersi e rimanere
sconvolta, come in Shining e in Rose Red, ad esempio. Anche in questo caso la stanza 1408 sfoga sul povero John Cusack il
peggior armamentario di orrori possibili facendo sobbalzare lo spettatore sulla sedia per tutta l’ora e mezza del film.
Cusack è bravo e riesce a reggere il film praticamente da solo in un tour de force recitativo in cui deve confrontarsi
quasi esclusivamente con oggetti inanimati.
DAZEROADIECI:: 7
DONATA SALA
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Stephen King colpisce ancora. Questa volta ad essere portato sullo schermo è un racconto concentrato e claustrofobico: lo
scrittore di best sellers disincantati sui luoghi infestati da pseudo-fantasmi sfida malgrado pesanti avvertimenti
la stanza che porta il numero del titolo (la somma dei numeri fa 13, e si trova ad un 13° piano travestito da 14° per non
innervosire i superstiziosi…), nella quale sono già morte in maniera più o meno atroce decine di persone. E ovviamente qui
i fantasmi li troverà davvero, compresi quelli che escono dal suo passato personale… Il film aveva qualche corda al suo
arco, ma spreca le occasioni in un luna park concentrazionario dove si succede una pletora di effetti piuttosto
ripetitivi e meccanici. Fa paura? mah. E non lo aiuta il fatto di dover fare affidamento per tutta la durata sul viso
paffuto di John Cusack, onestamente impegnato nel tour de force richiesto ma non centro un mostro di
espressività…
DAZEROADIECI: 6
MAURO CARON
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