Alina Marazzi continua ad esplorare le donne, il loro mondo e il loro immaginario. Questa volta si cala nell’immaginario
collettivo del movimento femminista degli anni ’60 e ‘70 esplora la donna com’era e come purtroppo è diventata. Un film
che sembra cavalcare il momento storico politico come pochi in Italia, casualmente e quasi come destino. Alina mette in
scena la storia di tre donne, molto di diverse, tra il 1967, all’inizio della rivolta studentesca, fino al 1979, quando
tutto sembra essere finito, gli ideali naufragati, la lotta spenta e non resta che contare le ferite. Il tutto è fatto
attraverso materiali d’archivio, filmati storici, foto, filmini di famiglia. Stupisce la realtà di un’Italia così affannata
a raccontare di se, a lasciare una traccia, che fossero donne o meno, a vedere quello che stava accadendo nelle strade,
nelle piazze, ma soprattutto fra le mura domestiche e nelle coscienze.
Poche e scarne le date, per ricordare la strada fatta. Un documento storico.
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