Dopo i balletti segreti e gli sfoghi dell’adolescente Billy Elliott e dopo il triplo salto narrativo e nel tempo di The hours, Stephen Daldy si confronta con il romanzo di Bernhard Schlink, non semplice ma molto cinematografico. Un intreccio complesso, costruito su più piani temporali che mescola diversi generi, alterna emozioni e suggestioni ad atmosfere calde, paesaggi da fotografia, incubi e tribunali. La bellezza e la bravura di Kate Winslet (la parte è fatta proprio per vincere un Oscar…) non bastano a dare respiro al film che soffoca dentro la quantità e il peso degli ingredienti. Si tratta di un tentativo interessante che nasce come stimolante riflessione sulla sessualità e l’educazione sentimentale, attraversa l’ambito giudiziario e finisce col trasformarsi in uno schematico e freddo riassunto dei sensi di colpa, del rancore e della rabbia, personale e dell’intera umanità.
DAZEROADIECI:: 5,5
MATTEO MAZZA