Regia: Sydney Pollack Sceneggiatura:Scott Frank,Charles Randolph,Steven Zaillian Fotografia:Darius Khondji Montaggio:William Steinkamp Musica:James Newton Howard Interpreti principali: Nicole Kidman, Sean Penn, Catherine Keener, Jesper Christensen, Yvan Attal, Earl Cameron,
George Harris Origine :Gran Bretagna / Francia / USA , 2005 Durata: 128'
Colore
Thriller politico avvincente e labirintico, sospeso e in bilico fra sguardi e parole. Pollack costruisce un marchingegno
preciso e ordinato, mescolando con passione e ritmo la vicenda umana a quella politica, la paura alla fiducia, il sangue
vivo delle origini alla fragilità dell’attualità. Espertissimo di questo filone che più di altri l’ha messo in evidenza
come cineasta (I tre giorni del Condor, Diritto di cronaca, fra tutti), Pollack dimostra di saper dosare con le giuste
quantità azione e suspanse, racconto narrativo e tratteggio psicologico, politica e giustizia. A collegare tutto ci pensa
poi una regia impeccabile in grado di andare in profondità o di prendere le distanze quando serve. Cast ottimo: Sean Penn
dimostra ancora una volta di tenere particolarmente a questo tipo di film; la Kidman torna al cinema d’azione offrendo una
prova più convincente rispetto al flop di The Peacemaker. Primo film della storia girato all’interno della sede dell’ONU. MATTEO MAZZA
L’interprete all’Onu scopre un complotto per uccidere un corrotto e sanguinario dittatore africano (pare si alluda allo
Zimbawe), ma l’agente dei servizi segreti, in piena sofferenza per un lutto recente, stenta a crederle. Visto che la
politica estera statunitense al momento non è delle più amate e condivise, gli sceneggiatori hanno pensato bene di
affidare all’Onu il ruolo di “buono”, proponendo come valori di riferimento la pace e la risoluzione per via diplomatica e
non violenta dei conflitti. Pollack torna a temi ed ambientazioni alla Tre giorni del condor, mischiando il grande
intrigo internazionale (alla maniera di certo Hitchcock) con il rapporto psicologico tra i due protagonisti. Penn rischia
l’istrionismo anche quando pensa di essere al massimo della sobrietà; la Kidman è stupenda qualsiasi ruolo le si affidi.
Pollack da parte sua si concede un ruolo cameo, azzecca la sequenza dell’autobus, sfiora temi importanti senza soffermarsi,
dribbla qualche incongruenza di sceneggiatura e fornisce tutto sommato un saggio di buon cinema alla vecchia maniera. MAURO CARON