Titolo originale: The Constant Gardener Regia: Fernando Meirelles Sceneggiatura: Jeffrey Caine Montaggio: Claire Simpson Musica: Alberto Iglesias Fotografia: César Charlone Interpreti principali: Ralph Fiennes, Rachel Weisz, Hubert Koundé, Sidede Onyulo Origine : Usa,Gran Bretagna, 2005 Durata: 129'
Colore
La trasposizione cinematografica del romanzo di Le Carrè presentava almeno un paio di difficoltà degne di nota: il contrasto
tra il personaggio centrale, scialbo nella sua inconsapevole passività, e la cospirazione multinazionale molto più tosta
con cui si trova ad avere a che fare (i titolisti lo esplicitano raddoppiando il titolo: Il giardiniere paziente ma
anche La cospirazione); e quello tra le ambientazioni fredde dell’Occidente e quelle calde dell’Africa, con il
rischio di ridurre paesaggi e personaggi delle seconde ad uno sfondo folkloristico, a dispetto del senso stesso del film.
Il risultato porta in sé queste contraddizioni senza risolverle, ma mitigando la prima con una sceneggiatura a mosaico che
alterna presente e passato nel gioco dei flashback e con uno sviluppo narrativo che porta il protagonista al lento
risveglio dalla sua condizione di bello addormentato nella giungla spietata della diplomazia e dell’economia globale; e la
seconda grazie alla maestria figurativa di Meirelles (l’autore dello splendido City Of God), che impagina scene
talmente belle da far dimenticare il rischio-cartolina in agguato. E la storia delle multinazionali farmaceutiche che usano
come cavie gli africani ammalati è talmente poco incredibile che ci sembrava di saperla già prima che ce la raccontassero
film e romanzo. MAURO CARON
La giovane attivista Tessa (Rachel Weisz), moglie di Justin Quayle (Ralph Fiennes), diplomatico britannico in Kenia, viene
ritrovata brutalmente uccisa. Il marito mettendosi sulle tracce degli assassini è costretto a fare i conti con qualcuno di
molto potente. Lo sfondo è Nairobi, devastata dall’Aids e logorata dall’industria farmaceutica che sperimenta su deboli e
inermi farmaci killer.
La nuova denuncia di Meirelles, autore del feroce e sincero City of God (2001), è una freccia appuntita che si
scaglia contro l’industria farmaceutica, colpevole di testare su intere popolazioni i cosiddetti farmaci killer. The
constant gardener è un film importante perché scrupoloso nella descrizione di luoghi e atmosfere grazie soprattutto ad
una fotografia “sociale” che distingue i colori accesi e vivi dell’animo dei keniani e i grigi spenti e opachi dell’avidità
degli occidentali; coraggioso e sincero quando si tratta di affondare il dito nella grossa piaga delle multinazionali
farmaceutiche; onesto e sobrio nella regia, dalle riprese a mano ai dettagli, dall’insistente uso del flashback al
montaggio frenetico e destabilizzante. Un film da vedere e da far vedere perché possa essere strumento di consapevolezza
per chiunque. MATTEO MAZZA
E’ il film meno empatico che abbia mai visto. Non riesce a coinvolgere lo spettatore, a trascinarlo nella trama. Eppure la
storia è avvincente, c’è un giallo, c’è una tematica sociale “strappalacrime” (dove sono le immagine vere, dure e crude
dell’Africa che soffre?),ma per qualche ragione il film non funziona. C’è poco ritmo. Forse è stato doppiato male in
italiano. E pensare che per questo film Rachel Weisz ha vinto un Oscar!? Se c’è del "marcio" è da cercare nella
sceneggiatura, la regia è buona, anzi più che buona. Ma si sa che trasportare sullo schermo un libro non è mai cosa facile
e il più delle volte non funziona. In questo film, è il caso di dirlo, non ha funzionato.
SONIA MINCHILLO