Fiero ritorno dietro la macchina da presa per Brian De Palma, tra i registi-
cinéphile più carismatici della New
Hollywood a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta (
Il fantasma del palcoscenico, Carrie, Vestito per uccidere, Blow
Out, Scarface, Omicidio a luci rosse), che, pur senza toccare gli apici di
Carlito's Way (di gran lunga il suo
film migliore degli ultimi vent'anni) ritrova quella vena e quel vigore che sembrava aver smarrito negli ultimi tempi, tra
opere di mestiere poco personali (le due
Mission, quella
Impossible con Tom Cruise e quella
to Mars
dagli evenescenti accenti new age) o sterili esercizi di stile (
Omicidio in diretta e soprattutto
l'autoreferenziale, farraginoso
Femme Fatale). Lo fa con una storia volutamente intricata, in puro stile
hard-boiled (il cui modello paradigmatico resta
Il grande sonno), tratta da un cupo romanzo di James
Ellroy, di cui traspaiono le ossessioni tematiche (i bassifondi morali, il doppio, la violenza efferata contro le donne,
temi già visibili in
L.A. Confidential di Curtis Hanson) e che in più di una circostanza si è detto soddisfatto
dell'adattamento (la sceneggiatura è di Josh Friedman). Josh Hartnett (in una prova finalmente matura) e Aaron Eckhart (il
brillante interprete di
Thank You for Smoking) sono due poliziotti, amici ed ex pugili, che nella Los Angeles degli
anni Quaranta cercano di trovare il bandolo della matassa del brutale assassinio di una giovane starlette di Hollywood.
Scoperchianno il classico vaso di Pandora, e non senza perdite importanti. Noir nei toni e nell'anima, supportato da un
cast efficace (accanto alla coppia maschile ben figurano Scarlett Johansson, nella parte della moglie angustiata di Eckhart,
e la
dark lady Hilary Swank, in un ruolo per lei inusuale), il film di De Palma non ha paura di spingersi dove non
aveva osato con lo sterile, patinato, sopravvalutato
Gli intoccabili, portando i suoi personaggi al limite estremo
del proprio agire, circuendoli e affogandoli in una spirale senza rendenzione, dove anche il ritorno all'ordine non
possiede colori dorati ma grigio-amari. Molteplici le citazioni, ma tutte incorporate all'azione, evitando così le
ostentazioni di un manierismo postmoderno pago del proprio stile: dal
Postino suona sempre due volte a
La donna fantasma, da
Fiamma del peccato a
La donna nel lago, da Veronika Lake a Orson Welles, dal
piano-sequenza di
Professione: reporter agli inevitabili omaggi ad Alfred Hitchcock (
La donna che visse due
volte, Gli uccelli).
MASSIMO ZANICHELLI