Titolo originale: Stella Regia: Silvie Verheyde Sceneggiatura: Sylvie Verheyde Montaggio: Christel Dewynter Musica: NousDeux the band Fotografia: Nicolas Gaurin Interpreti principali: Léora Barbara, Karole Rocher, Benjamin Biolay, Melissa Rodriguès, Laëtitia Guerard, Guillaume Depardieu Origine : Francia 2008 Durata: 103 Min
Nella Parigi del ’77, l’undicenne Stella, proveniente da un quartiere popolare, viene iscritta dai genitori, che gestiscono un bar della periferia, in una prestigiosa scuola del centro. Dovrà confrontarsi non senza difficoltà con la nuova realtà. Delicata (e autobiografica) storia di formazione, lontana dalle pieghe consolatorie del Tempo delle mele (cui pur è stata del tutto erroneamente accostata), che si consuma tra gli ambienti rudi e fumosi di un bar con partite a biliardo e tradimenti coniugali, e il valore dell’istruzione come vettore d’indipendenza ed emancipazione. Nel mezzo i rapporti con una compagna di classe della borghesia che non la discrimina, con un’amica che vive l’asprezza di una vita rurale e l’amore impossibile per il bel tenebroso Alain-Bernard (Guillaume Depardieu, figlio di Gérard, in una delle sue ultime interpretazioni prima della morte nell’ottobre 2008). Oltraggioso l’iniziale divieto ai minori di 14 anni.
DAZEROADIECI: 7,5 MASSIMO ZANICHELLI
1977, Stella è una bambina di appena undici anni che vive praticamente nel bar gestito dai genitori. Conosce un nuovo mondo fatto di esperienze e sensazioni il giorno in cui inizia a frequentare una scuola borghese nelle vicinanze. Tra un colpo a biliardino e una lezione di vita e di scuola Stella si muove leggera e scanzonata nella Francia di fine settanta e come lei pure l’onesta regista Sylvie Verheyde, giunta alla sua terza regia, praticamente sconosciuta in Italia, che grazie alla Sacher di Moretti (che lo scorso anno fece lo stesso con La zona di Rodrigo Plà) è riuscita ad approdare nel nostro paese con questo piccolo ma prezioso film fortemente autobiografico e significativo. In bilico tra Truffaut e Claude Miller, per certi versi affine ma ugualmente distante dall’Amelie di Jenunet, Stella vive di identità propria perché possiede diversi elementi distintivi. Soprattutto, con grande lealtà, dilata nel tempo le reazioni dell’undicenne ragazzina senza manifestare alcun istinto ruffiano o ricattatorio. Sono lontani i tempi delle mele.
DAZEROADIECI:: 7,5 MATTEO MAZZA