Osvaldo Valenti e Luisa Ferida sono due attori che, giunti al successo durante l’epoca fascista, aderiranno alla Repubblica
di Salò. Con frammenti analettici, talvolta un po’ caotici, è ricomposta l’esperienza estrema dei protagonisti, che dal
cinema alla realtà diventano “cattivi” veri sprofondando in un vortice di lussuria e cocaina.
Le esperienze della coppia, tratteggiate tramite il loro graduale attaccamento alla materialità dell’ esistenza, tra droga
e ambienti aristocratici, dipingono una socialità negativa, già caratterizzante altri film di Giordana.
Il contatto Io-Mondo, ora non valorizzato dalla scoperta o denuncia dei personaggi, è frantumato dall’isolamento di Osvaldo
e Luisa, nei confronti di una realtà dove possono “essere” solo “protagonisti” di filmacci e dalla quale vale la pena di
fuggire, rifugiandosi in un loro mondo (“mio figlio nascerà in mezzo al mare”) di erotismo ossessivo, mentre solo fuori
o“alla radio” Mussolini aiuta i nazisti.
Un bambino raccoglie la pellicola alla fine del film e fa cortocircuitare le immagini viste da noi spettatori, con quelle
del
Sangue Pazzo che Osvaldo vorrebbe girare: come nell’ideale lungometraggio del protagonista anche nel nostro
schermo sono inseriti dei cattivi-“incarnazioni delle fantasie degli altri” (questa è la sua definizione di attore) animati
sia dal bene che dal male (come Osvaldo racconta ad una scolaresca), poiché quella mostrataci adesso è la realtà purpurea
di Giordana mai completamente bipartita, né dominata da una giustizia poco ambigua.
DAZEROADIECI:: 7
ANDREA GUETTA