La storia (quasi) vera di Michaela, ventunenne epilettica che nei primi anni settanta lascia la provincia tedesca per andare
a studiare a Tubinga. Il bigottismo religioso della sua famiglia, in particolar modo della madre, fredda e poco affettiva,
la condurrà all’aggravarsi della sua patologia.
Opera seconda (prima in Italia in quanto
Lichter non è stato distribuito) del talentuoso regista tedesco, premiata a
Berlino per l’interpretazione dell’esordiente attrice teatrale Sandra Huller. Al di là della vicenda, scarna ed essenziale,
il film di Schmid (fotografato con luci fredde e cromaticamente tendenti al“virato” seppia), appare tutto concentrato
sull’analisi del contesto ambientale e psicologico all’interno del quale si sviluppa il “martirio” di Michaela. In questo
senso drammatica e intensa risulta la contrapposizione tra l’apertura e il razionalismo dei personaggi legati al mondo
universitario e la chiusura mentale rigida e bigotta della sfera familiare.
DAZEROADIECI:: 7
GIANLUCA CASADEI