Il
remake, come si sa, contiene sempre una forte percentuale di rischio, che si allarga in modo sensibile se il film
di partenza è un capolavoro. Lo era
Quel treno per Yuma diretto da Delmer Daves nel 1957, uno degli western più
sottili e psicologici della storia, e James Mangold, regista di vaglia (
Dolly's Restaurant, Copland, Identità),
ricerca volontariamente importanti distanze dall'originale: colori saturi il luogo del bianco & nero, storia più
articolata dal punto di vista narrativo - con maggiore spazio lasciato alla famiglia e al ruolo del figlio maggiore -,
stile meno "intimistico" e più concitato, con sparatorie da action-movie e contorno di torture. Il film funziona come
spettacolo per un'ora e mezza, ma crolla terribilmente nel finale. Nel cast di lusso (Russell Crowe e Christian Bale si
palleggiano da par loro la scena, pur privi delle sfumature che caratterizzavano i ruoli, rispettivamente, di Glenn Ford e
Van Heflin) spiccano Ben Foster nella parte del braccio destro del fuorilegge Ben Wade (su cui è spostata l'ambiguità
omoerotica che nel film di Daves riguardava invece i due protagonisti) e lo straordinario cameo di Peter Fonda nei panni
del cacciatore di taglie Byron McElroy.
DAZEROADIECI:: 6
MASSIMO ZANICHELLI