Primo
sequel nella storia della saga 007 (oltretutto agganciato quasi in tempo reale all’epilogo del precedente film),
Quantum of Solace deluderà coloro che avevano apprezzato i cambi di registro e le novità di
Casino Royale, a partire dal protagonista (il ruvido Daniel Craig, ben lontano dagli
aplomb anglosassoni degli interpreti precedenti) per arrivare al personaggio (sbrigativo, efficiente, muscolare e… innamorato, con tanto di finale funesto). La storia di
Quantum of Solace è – e non potrebbe essere altrimenti – quella di una vendetta (pensiero esclusivo di questo James Bond - nome che peraltro Daniel Craig non pronuncia mai - cui non interessano lo champagne Bollinger, i gadget – dall’auto alle armi – o le donne), ma lo
script, anche poco chiaro in molti passaggi narrativi, è questa volta di prammatica (nonostante l’apporto di Paul Haggis, qui al minimo sindacale), l’azione non differente da quella di un quotato
serial americano, i colpi di scena quasi inavvertibili: insomma poco
climax, poca originalità, zero scene madri (ricordate il prologo, la partita a poker, l’avvelenamento, la tortura e il finale di
Casino Royale?). Restano solo l’intrattenimento e non poche perplessità sul futuro dell’operazione dopo il fuoco d’artificio dell’“esordio”.
DAZEROADIECI: 6
MASSIMO ZANICHELLI