E’ un’ottima notizia (e speriamo che porti qualche spettatore in più rispetto a quanti l’hanno visto sinora) quella che
Private (già premiato a Locarno 2004) rappresenterà l’Italia alla corsa agli Oscar, perché
Private è il miglior film
italiano dell’ultima stagione. Benché la storia che racconta (Costanzo ha girato a Riace in Calabria con attori di diversa
nazionalità) non sia una storia italiana. Il film entra infatti nel cuore della questione israelo-palestinese con un
thriller della realtà forte, intelligente ed emozionante. La metafora centrale (una casa privata dove vive una famiglia
palestinese occupata da una pattuglia militare israeliana e costretta ad un’assurda e pericolosa convivenza) e la
paradigmaticità dei diversi atteggiamenti assunti dai membri della famiglia nei confronti dell’occupazione (dalla
resistenza non-violenta e intransigente del padre alle voglie di fuga alle tentazioni di risposta violenta del figlio
più grande alla fascinazione provata dalla figlia maggiore) si fondono alla perfezione in un racconto intenso e teso,
nel quale l’utilizzo della camera a mano e di una fotografia sporca detiene un grado di necessità raramente riscontrato
altrove. Due scene oniriche segnano gli estremi: un ragazzo che si sogna kamikaze, portatore di morte per sé e per gli
altri; un uomo che sogna di potersi sedere ad un tavolo davanti al nemico, e di parlare con lui da uomo a uomo.
MAURO CARON