Perché realizzare un film sul sistema sanitario? Non lo sanno tutti che fa schifo?
Una cosa che ho detto ai miei collaboratori quando abbiamo iniziato, è che non c’era bisogno
di dedicare molto tempo del film per raccontare al pubblico quanto è carente il sistema, perché la gente lo sa già. Sarebbe
come fare un film adesso e far notare che Bush è un pessimo presidente.
Come è nata l’idea di fare il film?
Ho iniziato a pensarci già nel 1999, avevo scritto la trama e avevamo anche girato un paio di scene. Allora, conducevo uno
spettacolo televisivo chiamato The Awful Truth e nel primo episodio abbiamo ripreso una persona che stava avendo dei
problemi con la sua compagnia di assicurazione, che non voleva pagargli un trapianto di organi. Nel giro di alcuni giorni,
siamo riusciti a salvargli la vita e a permettergli di operarsi. A quel punto, abbiamo pensato, “perché non facciamo un
intero film su questo argomento, prendendo dieci persone e dedicando dieci minuti del film ad ognuna di esse, cercando di
salvare le loro vite?” Ma poi, è avvenuta la tragedia di Columbine e noi abbiamo messo da parte il progetto per realizzare
quel film. In seguito, stava iniziando la guerra in Iraq e ci sembrava una necessità urgente fare un documentario su quel
soggetto. Ma è sempre rimasto un pensiero fisso nelle nostre teste. Hai iniziato questo progetto chiedendo ai lettori del
tuo sito Internet di inviare le loro terrificanti storie legate al sistema sanitario. C’era un tema ricorrente nelle loro
risposte? Sì ed era la frustrazione di dover trattare con la burocrazia, che praticamente esiste soltanto per rendere
complicato ottenere l’aiuto necessario o il pagamento di quel supporto, anche se le persone o i loro datori di lavoro hanno
pagato il sistema proprio per questo. Una delle maggiori leggende in circolazione è che il settore privato è preferibile
perché ci sono meno procedure burocratiche, cosa che lo renderebbe più efficiente. In realtà, è vero il contrario,
soprattutto per quanto riguarda il sistema sanitario. Le società che si occupano di assistenza sanitaria spendono il 25%
dei loro budget in scartoffie, costi amministrativi e altre procedure burocratiche, mentre Medicare e Medicaid spendono
soltanto il 3% circa per i costi amministrativi.
Hai letto migliaia di queste storie terrificanti. Che impatto hanno avuto su di te?
E’ stato molto difficile. C’erano delle persone che dicevano “morirò se non riceverò un aiuto…” o “mia madre sta morendo”.
Ti senti impotente rispetto a quello che puoi fare e questo ha avuto un grande impatto su tutti quelli che hanno lavorato
al film. Noi sapevamo anche che buona parte del documentario non si sarebbe concentrata su queste storie spaventose, ma
piuttosto sarebbe stata dedicata a spiegare che loro non avrebbero dovuto sopportare nulla del genere se fossero vissuti
in Canada. E per alcune persone che hanno scritto, il confine si trovava solo poche miglia più a nord.
Chi è il responsabile della situazione disastrosa della previdenza sanitaria: il governo statunitense, le grandi società
farmaceutiche o qualcun altro?
E’ il sistema stesso. Per la maggior parte, il sistema si basa sui profitti e sull’avidità. Quando si tratta della salute
della gente, i profitti non dovrebbero entrare minimamente in gioco. Se qualcuno proponesse, per esempio, che il sistema
scolastico dovesse produrre dei profitti, verrebbe visto come un marziano. Nessuno oserebbe dire che il dipartimento
cittadino per l’acqua dovrebbe generare dei profitti, perché senza l’acqua non si può vivere. L’assistenza sanitaria
dovrebbe funzionare allo stesso modo, così come avviene negli altri Paesi.
Dopo aver passato oltre un anno nella realizzazione di SiCKO, quali sono le tre cose più importanti che, a tuo avviso,
potrebbero migliorare il sistema sanitario americano?
C’è bisogno di eliminare le società di assicurazione per l’assistenza privata, questo è il maggiore ostacolo per far sì che
tutti quelli che hanno bisogno di cure ricevano l’aiuto necessario. Le società farmaceutiche dovrebbero venire controllate
accuratamente, un po’ come è avvenuto con la ConEd, la società elettrica fondata da Thomas Edison. Molte persone hanno
bisogno delle medicine per sopravvivere, ma permettere alle società farmaceutiche di aumentare i prezzi e rendere
impossibile per alcune persone di ottenere i farmaci di cui hanno bisogno per vivere è un atto criminale. Infine, ci siamo
noi, le persone. L’assistenza sanitaria deve rimanere nelle mani della gente, così come il dipartimento dei vigili del
fuoco o quello della polizia, che sono controllate dalle persone piuttosto che dalle società private come la Halliburton.
Dobbiamo tutti fare maggiore attenzione a queste cose e iniziare a pensare a noi stessi come parte di un gruppo più ampio
rispetto a io, me e me stesso.
C’è bisogno di un’assicurazione per realizzare un film. Qual è stata la procedura per SiCKO da questo punto di vista?
Come si può facilmente immaginare, se realizzi un documentario sull’industria delle assicurazioni, ottenere quella per fare
il tuo film non è la cosa più semplice del mondo. Non morivano dalla voglia di assicurarci. Noi siamo riusciti ad ottenere
un’ottima assicurazione sanitaria per tutti i lavoratori, ma ottenere quella che viene definita ‘assicurazione produttiva’
e che copre gli errori, le dimenticanze e cose di questo tipo non è stato facile. Ogni grande società ha rifiutato di
fornirci i suoi servizi.
Alcuni degli americani che hai descritto hanno avuto un lieto fine per le loro storie?
Sì. Alcune delle persone che erano impegnate a lottare e che pretendevano che la loro società di assicurazione sanitaria
facesse la cosa giusta, alla fine hanno ricevuto un riconoscimento. Laura, la giovane donna a cui la società di
assicurazione non voleva pagare il conto dell’ambulanza, non ha accettato un no come risposta e alla fine la Blue Cross ha
ceduto. I due giovani che sono stati rifiutati perché troppo grassi o magri alla fine hanno trovato delle società di
assicurazione che li hanno accettati. Maria Wantanabe ha ottenuto un risarcimento minimo e ora sta facendo appello. Il suo
avvocato è ottimista. Il punto di tutto questo è chiedersi perché qualcuno deve lottare tanto per ottenere l’aiuto di cui
ha bisogno. Quando inizieremo a capire che l’assistenza sanitaria è un diritto umano?
A differenza dei tuoi film precedenti, ha girato buona parte di SiCKO oltreoceano. Cosa hai imparato dai luoghi in cui
sei stato?
Mi ha aperto gli occhi, oltre ad essere stata un’esperienza divertente e deprimente. Noi continuavamo a rimanere sorpresi
da quello che scoprivamo. Pensavamo di conoscere piuttosto bene l’argomento, ma ad ogni angolo che giravamo trovavamo
qualcosa di nuovo. Era deprimente perché, in quanto americani, continuavamo a pensare che eravamo arrivati dalla nazione
più ricca della Terra, quindi perché non avevamo anche noi l’assistenza sanitaria gratuita? In generale, mi ha ricordato
l’importanza di uscire di casa. Circa l’80% degli americani non ha un passaporto, quindi la maggior parte di noi non vedrà
il mondo e quello che avviene negli altri Paesi. L’ignoranza non è mai una cosa positiva, perché non puoi prendere le
decisioni migliori senza avere tutte le informazioni a disposizione. E’ così nella nostra vita quotidiana ed è lo stesso
per le nostre battaglie politiche.
C’è qualche candidato alla presidenza che, a questo punto, ha presentato un solido piano di assistenza sanitaria o
stanno soltanto facendo delle vaghe promesse?
In effetti, loro non sembrano voler affrontare il cuore del problema. E’ molto triste. Anche le persone con delle buone
intenzioni, come John Edwards, hanno un progetto che sembra voler prendere i soldi delle nostre tasse e metterli nelle
tasche delle società di assicurazioni private. Questa non è la soluzione. Obama non ha ancora presentato il suo progetto,
sebbene io nutra la speranza che proponga qualcosa di buono. E poi, ovviamente, c’è sempre il candidato che non è entrato
nella competizione, ma che si è aggiudicato l’incarico nel 2000 (Al Gore ndr). I suoi discorsi su questo problema, a
partire dal 2003, sono i migliori. Gli analisti politici, i gruppi di interesse e le grandi corporation attaccano spesso i
tuoi film.
Con chi pensi che dovrai combattere per SiCKO?
Quelli che traggono profitto dalla miseria e dalle malattie della gente non ameranno questo film. Tuttavia, SiCKO potrebbe
avere il bacino di utenza più ampio di tutte le pellicole che ho realizzato, per il semplice fatto che molte persone,
aldilà del loro schieramento politico, sono vittime dello stesso problema.
Pensi che la tua immagine controversa possa danneggiare il documentario?
Perché io vengo considerato controverso? Cosa ho fatto? Ho realizzato un film sulle persone che vivono nella mia città
natale e che hanno sofferto le conseguenze della decisione della General Motors di andarsene. Ho fatto un altro
documentario, perché un gruppo di ragazzi sono stati uccisi alla Columbine High School e io non volevo che succedesse
ancora. E poi ho realizzato un altro film perché, in precedenza, mi era venuta un’idea folle e avevo detto al popolo
americano, dal palco degli Oscar, che ci hanno mentito sulle armi di distruzione di massa e per questo sono stato
fischiato. Adesso, ci sono molti repubblicani che mi fermano per strada e si scusano. Ora capiscono che io stavo solo
cercando di far sapere che il re era nudo. In questo momento, mi ritrovo a far parte della maggioranza.