Titolo originale: Memoirs of a geisha Regia: Rob Marshall Sceneggiatura: Robin Swicord, Doug Wright, dal romanzo di Arthur Golden Montaggio: Pietro Scalia Musica: John Williams Fotografia: Dion Beebe Interpreti principali: Ziyi Zhang, Ken Watanabe, Kôji Yakusho, Michelle Yeoh, Kaori Momoi, Youki Kudoh, Li Gong,
Kenneth Tsang Origine : Usa, 2005 Durata: 145'
Colore
Una bimba figlia di pescatori viene venduta dalla famiglia ad una casa di geishe, dove percorrerà tutta la carriera (tra
rivalità femminili, giochi di potere domestici, amori frustrati) di sguattera, scolara geisha, apprendista geisha, geisha
di fama, finché il mondo isolato del Giappone tradizionale viene sconvolto dalla Seconda Guerra Mondiale e dall’arrivo
degli yankee. Sushi con ketchup? Tratto da un romanzo americano, il film, prodotto da Spielberg e diretto da Marshall,
malgrado tutto l’esotismo di cui si ammanta, si attiene alle regole classiche della narrazione hollywoodiana (dallo
sviluppo drammaturgico all’utilizzo della colonna sonora) per raccontare la solita storia di
giovane-che-aspira-ad-un-traguardo-e-lo-consegue-malgrado-le-avversità, nella quale al posto di una geisha avrebbe potuto
esserci una ballerina, un’attrice, o una sportiva, venata da melodramma alla madama Butterfly. Ne risulta un film che pur
essendo molto decorato (Oscar a fotografia, scenografia, costumi) non è estetizzante, perché è troppo preso dalla
narrazione per soffermarsi sulle belle immagini, ma non è nemmeno sinceramente interessato ad esplorare un’estetica
diversa né a cercare di penetrare e comprendere un sistema sociale e culturale così alieno come quello che ha scelto di
descrivere. Se si è ben disposti, non mancano le occasioni di umorismo involontario, né gigantesche incongruenze come
quella che permette alla protagonista, vissuta in un Giappone isolato e remoto, di iniziare a conversare in angloamericano
da un giorno all’altro, senza uno straccio di spiegazione. MAURO CARON