L’amore inteso anche come sentimento d’amicizia, come prova d’esistenza, come atto di verità nei confronti degli altri, dell’altro diverso da sé. Un termine a volte spiegato male, altre volte interpretato peggio, altre ancora vittima di speculazioni e terrificanti siparietti. Ma quello che emerge dal film di Maria Sole Tognazzi è l’attenzione a scoprire cosa si trova dietro l’apparenza di un sentimento che poi prende direzioni inaspettate. C’è un prima, un dopo e un durante nel film di Maria Sole, come già succedeva in
Passato prossimo, che alternava passato e presente affidando all’epilogo del film la costruzione/impostazione di un ipotetico futuro.
L’uomo che ama aggiunge, coerentemente, un importante tassello al percorso iniziato da
Passato prossimo (che comunque affrontava già il tema dell’amicizia, dell’amore, dell’omosessualità, dei ricordi e dei rimorsi), ovvero la questione della scelta d’amore intesa sia nel senso dell’amare, sia nel senso dell’essere amati. Si, è vero, tante parole che a volte sostituiscono immagini e silenzi, ma il cast (anche la Bellucci, nonostante tutta la sua inverosimiglianza) la sensibilità e le intenzioni non banali di Maria Sole permettono un certo coinvolgimento. Educato e intelligente. Ma questo non può essere considerato un limite.
DAZEROADIECI:: 6,5
MATTEO MAZZA