FUORISCHERMO

 

L'OSPITE INATTESO
FLYER
Titolo originale: The Visitor
Regia: Thomas McCarthy
Sceneggiatura: Thomas McCarthy
Montaggio: Tom McArdle
Musica: Jan A.P. Kaczmarek
Fotografia: Oliver Bokelberg
Interpreti principali: Richard Jenkins, Hiam Abbass, Haaz Sleiman, Danai Gurira, Marian Seldes, Maggie Moore
Origine : Usa, 2007
Durata: 103'
Colore





FLYER Professore universitario di Economia nel Connecticut trova nella sua abitazione newyorkese una coppia d’immigrati clandestini (lui siriano, lei senegalese). Scoprirà – lui dilettante pianista – la passione per le percussioni dei bonghi, ma anche l’altra faccia del sogno americano. Tom McCarthy cadenza un ritmo apparentemente sottotono – ed esattamente contrario ai proclami urlanti di certo cinema indipendente – che in realtà deflagra roboante nella testa dello spettatore. Un implacabile, amarissimo atto d’accusa contro il pesante clima dell’America di oggi tra ingiustizie e repressioni, giocato sulle atmosfere, sulle mezze tinte delle interpretazioni, sugli afflati umani che cercano pertugi impossibili di sviluppo e comunicazione. Notevole Richard Jenkins (Six Feet Under e recentemente Burn After Reading), attore meno conosciuto e valorizzato di quanto meriterebbe, ma i comprimari non sono da meno, prima fra tutti Hiam Abbass (protagonista anche de Il giardino di limoni).
DAZEROADIECI: 8,5
MASSIMO ZANICHELLIMASSIMO ZANICHELLI


FLYER The visitor è un film molto interessante. Affettuoso, intelligente e corrosivo nei toni e nei modi; pieno di sorprese, di ritmo e di trovate che non sbilanciano gli equilibri di un film che mescola la commedia al dramma sociale; capace di sciogliere le tensioni e coinvolgere le emozioni, con uno strepitoso attore che è Richard Jenkins (già ottima spalla nel serial Six feet under e nel film dei Coen, Burn after reading) e un’attrice tanto brava quanto affascinante come Hiam Abbass; con un’idea di sceneggiatura non nuova ma scoppiettante che riserva, sequenza dopo sequenza, tesserina dopo tesserina, il disegno di un mosaico ben preciso e tagliente. The visitor è il risultato di un intreccio di storie e di mondi, di culture e di musiche, di colori e sapori. Non si limita a raccontare soltanto l’incontro tra il professore universitario e la coppia di stranieri clandestini, non pensa soltanto a tracciare un profilo antirazziale o multietnico sovversivo, va molto oltre perché riesce a comunicare e a trasmettere sincerità. È una storia d’amore in piena regola ma anche una storia di amicizia dove la musica e il variopinto universo delle percussioni fanno da tramite. Quanti sono i visitors in questo film? È inattesa la capacità del film di far sorridere e commuovere, la voglia di raggiungere la felicità, la libertà e la conoscenza di sé attraverso un bongo, il battito della mani, il ritmo della vita. Tutti invadono, prima come stranieri, poi come ospiti, la vita dell’altro. Sia che si tratti di una persona, sia che si tratti di uno strumento musicale o di una notizia. È su questo binomio inarrestabile, cioè lo scontro/incontro con l’altro, che si concretizza il disegno di Thomas McCarthy, regista dallo sguardo curioso che preferisce soffermarsi sui gusti e i particolari dei suoi personaggi piuttosto che sulle parole che descriverebbero, con minore eleganza, qualche finta sensazione.
DAZEROADIECI:: 9
MATTEO MAZZAMATTEO MAZZA