Regia: Andrew Niccol Sceneggiatura: Andrew Niccol Fotografia: Amir M. Mokri Montaggio: Zach Staenberg Musica: Antonio Pinto Interpreti principali: Nicolas Cage, Ethan Hawke, Jared Leto, Bridget Moynahan, Eamonn Walker, Ian Holm,
Sammi Rotibi Origine : Usa, 2005 Durata: 122'
Colore
L'irresistibile ascesa dell'immigrato ucraino Yuri Orlov (Nicholas Cage) nel commercio internazionale delle armi da fuoco,
inutilmente braccato dall'agente dell'Interpol Jack Valentine (Ethan Hawke). Titoli di testa ambiziosi ma stilisticamente
vicini ad una playstation più che ad una soggettiva di denuncia; una costruzione drammaturgica che non avvince e che si
dilunga; un personaggio che vorrebbe essere amorale ma che risulta verboso e prevedibile (la recitazione di Cage tende
ancora una volta alla saturazione); un finale forse coraggioso, forse pretestuoso, che arriva troppo tardi per poter
cambiare i rapporti di forza della struttura. Insomma un film piatto e superficiale: giusto quello che non ti aspetteresti
dal neozelandese Andrew Niccol, altrove regista più raffinato e intrigante (Gattaca e S1mOne, senza contare la
sceneggiatura di The Truman Show). MASSIMO ZANICHELLI
L’epopea di Yuri Orlov, diventato in pochi anni uno dei più abili fornitori d’armi del pianeta. Tra dittatori, conflitti
mondiali e morali. Andrew Niccol torna al cinema raccontando le vicende di Yuri Orlov, cinico e abile mercante d’armi. Il
regista (come sempre anche sceneggiatore) di Gattaca – La porta dell’universo (Gattaca, 1997) e di S1mOne
(S1mOne, 2002), realizza un film ambizioso e audace, pungente e incisivo. Unico nel suo genere, Lord of war,
ricostruisce pezzo dopo pezzo la storia delle armi nell’ultimo scorcio della storia contemporanea. Lord of war oscilla fra
drammatico e grottesco. A tratti è parodia. A tratti è tragedia. E’ un frullato convincente e divertente, che non manca di
aggravare i toni quando serve. Anche se meno coerente quando si tratta di tirare le somme. Resta il fatto che la regia di
Niccol è visionaria come sempre. L’immagine è sempre il canale che permette al regista di rivoluzionare il concetto di
realtà e quello di finzione. Non è sempre allo stesso modo efficace, ma l’esito finale colpisce. Straordinari i titoli di
testa che seguono l’allucinante viaggio / vita di un proiettile, sulle note di “For what it’s worth”. MATTEO MAZZA