FUORISCHERMO

 

LASCIA PERDERE JOHNNY
FLYER
Titolo originale: Lascia perdere, Johnny!
Regia: Fabrizio Bentivoglio
Sceneggiatura: Umberto Contarello, Filippo Gravino, Guido Iuculano, Fabrizio Bentivoglio
Montaggio: Esmeralda Calabria
Musica: Fausto Mesolella
Fotografia: Luca Bigazzi
Interpreti principali: Antimo Merolillo, Ernesto Mahieux, Lina Sastri, Peppe Servillo, Toni Servillo, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio.
Origine : Italia, 2007
Durata: 104'

FLYER Un attore che passa dietro la macchina da presa di solito cerca di esaltare il suo ego raccontando la sua storia personale, o mettendo se stesso al centro della scena, mattatore assoluto di un film di cui è il demiurgo. Bentivoglio si nasconde, invece, dietro i racconti di vita di Fausto Mesolella, chitarrista degli Avion Travel con cui ha girato l’Italia all’epoca dello spettacolo “La guerra vista dalla luna” nel lontano 1996. Sono passati anni. Anni in cui la storia del giovane musicista di Caserta che suona in sfigatissime band di paese con cialtroneschi impresari e maestri di musica ha preso corpo nella mente di Bentivoglio fino ad arrivare sulla carta e poi sullo schermo. Chiamata a raccolta intorno a sé una banda di amici fidati, dall’ex compagna Valeria Golino ai fratelli Servillo, pescata una Lina Sastri insolitamente solare e trovato un giovane attore con la faccia giusta per portare i doposci pelosi anche in una Caserta estiva affogata di sole, Bentivoglio si è piazzato solidamente al timone della sua prima regia, cesellando una gentile commedia che ricorda le atmosfere del Soldini di Pane e tulipani. Da non sottovalutare l’apporto dei tecnici, quanto di meglio il panorama cinematografico italiano possa offrire al momento: dalla fotografia di Luca Bigazzi al montaggio di Esmeralda Calabria fino alle scenografie di Giancarlo Basili.
DAZEROADIECI:: 7
DONATA SALADONATA SALA


FLYER Chi sono i nostri maestri? Ma, soprattutto, esistono ancora i Maestri? Bentivoglio sembra chiedersi e chiedere allo spettatore queste due cose in tutto il film. Un film che incuriosisce fin dal titolo, che forse, in parte, azzarda a dare una risposta alla domanda centrale del film. Un film, anche, capace di non giudicare o incastrare lo spettatore dentro limiti e confini ma che lascia respiro, presenza e pensiero. Bentivoglio riesce a creare atmosfere misteriose, imbarazzanti, grottesche perché capace di guardare dentro relazioni strane, grossolane, abbozzate proprio come i personaggi descritti con ironia, malinconia e tanta amarezza. Curioso è pure lo spunto iniziale del settentrionale di successo che emigra (il maestro Augusto Riverberi), anche se per poco (tempo), anche se per nulla, nella provincia casertana facendo luccicare gli occhi del meridionale imbranato e da svezzare Faustino. Un contrasto sociale che, a carte invertite, a posti scambiati, rivela tutta la sua fragilità, contraddizione, pericolosità. Un esordio interessante.
DAZEROADIECI:: 6,5
MATTEO MAZZAMATTEO MAZZA