LA GUERRA DI CHARLIE WILSON
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Titolo originale: Charlie Wilson's War
Regia: Mike Nichols
Sceneggiatura: Aaron Sorkin
Montaggio: John Bloom, Antonia Van Drimmelen
Musica: James Newton Howard
Fotografia: Stephen Goldblatt
Interpreti principali: Tom Hanks, Philip Seymour Hoffman, Julia Roberts, Amy Adams, Ned Beatty, Om Puri.
Origine : USA, 2007
Durata: 97'
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Ok l’Afghanistan, ma come ci siamo finiti? L’ultrasettantenne Mike Nichols racconta la storia di un senatore democratico del
Texas dedito all’alcol e a correr dietro alla donnine, di una ricca texana integralista cristiana e fanaticamente
anticomunista, e di un agente della CIA figlio di un imbottigliatore di bevande gasate molto orgoglioso delle sue origini
greche e del suo brutto carattere. È anche la storia di come, unendo le forze a un contrabbandiere di armi israeliano e a
una danzatrice del ventre, riuscirono a costringere i russi a ritirarsi dall’Afghanistan. Fu vera gloria? A noi che siamo
i posteri l’ardua sentenza viene immediata: probabilmente no. Lo stesso Charlie Wilson se ne era reso conto benissimo
quando, una volta convinta la Sottocommissione segreta della difesa a finanziare con un miliardo di dollari i mujaheddin
per poter vincere i russi, si vide negare un milione di dollari per la ricostruzione del paese. Insomma un compito riuscito
a metà. Come il film che si spaccia per commedia brillante sugli intrighi di potere della CIA e dell’America. Il ritmo è
un po’ lento e spesso i personaggi dopo aver detto una battuta si mettono in posa come per aspettare che il pubblico abbia
compreso bene ciò che è stato detto. Ma così in maniera leggera, per quanto poi possa esserlo una commedia, passano tutta
l’ultima storia recente dell’America, dalla guerra fredda agli interventi in America del sud, tutto senza rimorsi di
coscienza perché la grandezza di un paese sta nel fatto di non fermarsi a contemplare le rovine del passato. E mette un
brivido quando per la real politik si arriva persino a negare che Muhammad Zia-ul-Haq abbia ucciso Zulfikar Ali
Bhutto.
DAZEROADIECI:: 7
DONATA SALA
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Nichols racconta gli altarini e mostra gli scheletri nell’armadio di chi l’America l’ha distrutta (moralmente) mentre la
costruiva o tentava di farlo. I fatti veri della storia in questione fanno riferimento al 1980, in piena Guerra Fredda, e
vedono protagonista un senatore texano alcolizzato, donnaiolo ma col senso degli affari. Un uomo dalla prospettiva giusta,
capace di scegliersi le giuste amicizie, in grado di cambiare le sorti dell’umanità e del suo Paese. Un film che tende ad
alleggerire ogni circostanza e che soprattutto, questo è il suo più grosso limite, lascia in sospeso i profili di
personaggi soltanto abbozzati. Appare così un pretesto per mettere insieme per la prima Hanks e la Roberts e per dare a
Hoffman, ancora una volta, l’opportunità di mettere in mostra le sue straordinarie doti d’attore. Un po’ pochino.
DAZEROADIECI:: 5
MATTEO MAZZA
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