Il film è lo straziante ritratto di una famiglia americana. L’improvvisa malattia di un padre abusivo sparito da anni
richiama al capezzale i figli. Affetto da demenza, l’uomo pensa che i figli siano i suoi infermieri, li insulta, li
maltratta, spegne l’apparecchio acustico per isolarsi quando i figli litigano. Il figlio maggiore è un professore
universitario di teatro, sta cercando di scrivere un saggio su Brecht, e non riesce a decidersi sul suo futuro, fino a
costringere la donna che ama a tornare in Polonia per via di un visto scaduto. La figlia maggiore è una scrittrice di
teatro che abusa di pillole per l’ansia, che non ha fiducia in se stessa, che intrattiene una relazione con un uomo sposato
e che vive nell’attesa di ricevere una borsa di studio per finire le sue commedie. Il film è teso, brutale. Non c’è
pietismo, non c’è piagnisteo. Quello che emerge è la difficoltà di vivere dei due figli giovani, la difficoltà di crescere
e di affrontare la realtà. Un tentativo disperato di questa generazione di tenere lontana l’età adulta, la responsabilità,
la vecchiaia e di sconfiggere la morte.
DAZEROADIECI:: 8
DONATA SALA