Titolo originale: Mrs. Henderson Presents Regia: Stephen Frears Sceneggiatura: Martin Sherman Fotografia: Andrew Dunn Montaggio: Lucia Zucchetti Musica: George Fenton Interpreti principali: Judi Dench, Bob Hoskins, Will Young, Kelly Reilly, Thelma Barlow, Christopher Guest, Elise
Audeyev Origine : Gran Bretagna, 2005 Durata: 103'
Colore
Ricca vedova dal carattere di ferro, la sessantanovenne Laura Henderson (Judi Dench) decide, nella Londra del '37,
d'investire soldi ed energie in un teatro di varietà come creativo passatempo per riempire le giornate. Per far decollare
l'impresa ingaggerà il coriaceo Vivian Van Damm (Bob Hoskins), lanciando idee trasgressive come l'uso del nudo in scena.
Dovrà però convincere la censura del tempo… L'eclettico Frears (My Beatiful Laundrette, Le relazioni pericolose,
Rischiose abitudini, Piccoli affari sporchi) va oltre Chicago di Marshall, guardando più a Victor Victoria
di Blake Edwards e a Gosford Park di Altman, impaginando un brillante musical dalle avvincenti coreografie (gli
erotici tableaux vivants) che risente della lezione della commedia sofisticata (i godibili battibecchi tra i due
mattatori protagonisti), senza rinunciare ad elementi drammatici di arricchimento (le amarezze del cuore combinate allo
scoppio della guerra produranno una tragedia che lascerà il segno). Tra kolossal mainstream e commedie da quattro
soldi, una fresca boccata d'ossigeno.
MASSIMO ZANICHELLI
Commedia sugli splendori e le miserie dell’ultimo Vaudeville inglese (il nostro Teatro di Varietà) l’ultimo film
dell’eclettico regista britannico Stephen Frears. Come suo solito Frears mette sul piatto degli ottimi interpreti, una
solida recitazione, una ricostruzione di ambiente precisa e dettagliata. Irresistibili i duetti tra Bob Hoskins e Judi Dench
(segnaliamo anche una bellissima Kelly Reilly, già “appezzata” ne L’appartamento spagnolo) in una prima parte del
film che per leggerezza, misura e garbo rimanda direttamente ( e felicemente!) agli splendori della sophisticated comedy
hollywwodiana. Bruttina la seconda parte con una virata decisa sul versante più storico (i bombardamenti su Londra) nella
quale si arrivano a sfiorare, in alcuni casi, i limiti della retorica e della credibilità (…l’idea della signora Henderson
che avrebbe escogitato i tableaux vivant femminili in teatro per riscattare la memoria del figlio morto in guerra a
21 anni con le cartoline erotiche da Parigi sotto il materasso e far sì che i nuovi giovani soldati non andassero a morire
prima di aver visto una donna nuda in carne ed ossa, è abbastanza imbarazzante!) Non mi convince, inoltre, la sbrigatività,
fin troppo ellittica, con cui Frears dipana molti degli snodi narrativi intrecciati nel tessuto filmico.
GIANLUCA CASADEI
Frears è uno strano autore, che alterna risultati pregevoli e altri più discutibili, in grado di operare nelle più diverse
situazioni produttive (dal cinema britannico indipendente e “povero” al blockbuster hollywoodiano) e di genere (dalla
sanguigna commedia irlandese alla Roddy Doyle alla magnifica e raffinata messa in scena degli intrighi libertini del ‘700
de Le relazioni pericolose). Stavolta inciampa in un esercizio polveroso di cinema old british, raccontando la
storia (vera) di un’annoiata ricca vedova inglese che decide di punto in bianco di allestire un vaudeville scandalizzando
l’Inghilterra degli anni ’30 con tanto di nudità in scena. Lo spettatore può scegliere se fare una riflessione (non nuova)
sul potere catartico e sdrammatizzante del teatro popolare, cercare di divertirsi con i battibecchi Dench-Hoskins, lumare
i nudi di scena assolutamente anerotici, oppure attendere la catastrofe planetaria che introduce un po’ di obbligato pathos
melodrammatico nella parte finale. Non è scontato che ne rimanga soddisfatto.
MAURO CARON