Tratto dall’omonimo romanzo di Francois Begaudeau (2006, premio France Culture – Télérama 2006, edizione tascabile uscita per folio nel 2007, edito in Italia da Einaudi Stile Libero), che qui è attore (interpreta se stesso) e sceneggiatore, La classe ruota intorno a tre concetti chiave: interessare, incoraggiare, incuriosire. Tre valori che attraverso questo film entrano in una scuola della banlieu parigina, abbattono le mura che dividono il dentro e il fuori e si stampano sulla bocca del protagonista. Che a tutti gli effetti sintetizza quello che la scuola potrebbe, dovrebbe e a volte vorrebbe fare per l’educazione dei ragazzi. Si può individuare un messaggio carico di speranza ascoltando le parole di Francois, un messaggio di pace e tolleranza, un significato trasparante e necessario in tutto ciò che dice, pensa e fa di buono. Francois non è un santo, ma un modello. E il film di Cantet non è da meno perché riesce a cogliere gli sguardi, le parole, i gesti degli alunni e riesce a proiettare nella mente dello spettatore i loro desideri, le loro paure, i loro disagi e le loro frustrazioni. Un film che racconta quanto possa essere difficile la convivenza, il rispetto e il dialogo all’interno di uno spazio così ristretto come l’aula di una scuola. Una classe che al suo interno vive, cresce e, talvolta, muore. Ma, forse, riesce anche a risollevarsi e a ricominciare. Tutto con la speranza e la forza e lo stile di un’intelligenza creativa e mai arrendevole.
DAZEROADIECI:: 9
MATTEO MAZZA