Chi non ha mai desiderato una vita spensierata fatta di lussi e comodità, senza sforzi né responsabilità? È il fortunato caso di David Rice, giovane dall’adolescenza difficile, che un giorno scopre di avere lo straordinario potere di teletrasportarsi ovunque desideri.
Idea potenzialmente interessante quella del romanzo di Steven Gould (ancora inedito in Italia), che però viene tradotta banalmente da un frettoloso Doug Liman (ottimo regista nel caso di The Bourne Identity).
Il film, primo di una serie di quattro, è essenzialmente una frenetica girandola di effetti speciali. Si salta da un continente all’altro ma non si lascia la possibilità d’assaporare le atmosfere delle diverse location visitate. L’insoddisfazione è poi accresciuta dalla difficoltà di seguire una trama debole e sconclusionata, interpretata da un cast di adolescenti più belli che capaci e da un Samuel L. Jackson che non convince nel ruolo del cattivo.
DAZEROADIECI: 5,5
VANESSA MERATI