John. Woody. Joe. Chi era veramente il leader dei Clash? Come ci ha insegnato Orson Welles in
Citizen Kane è
impossibile scoprire – e mostrare – la verità sull’io profondo di un uomo. E così accade anche nel film di Julien Temple,
già uso a rapportarsi con le rock star sin dall’esordio con
La grande truffa del rock and roll, docu-fiction in cui
i protagonisti erano i Sex Pistols e il loro creatore-manager Malcom McLaren. Genuinamente antiagiografico, il regista
costruisce un ritratto polifonico e dissonante in virtù di un montaggio che si fa pulsante metafora dell’evoluzione
biografica e artistica del cantante: tiratissimo, ironico e serrato – in una parola punk – fino a
London Calling, il
susseguirsi delle inquadrature quindi si normalizza, guidandoci negli anni della crisi e poi della rinascita con i
Mescaleros. Perdonabili alcune sbavature di puro sentimentalismo.
Nota: la colonna sonora, composta dalle canzoni amate dal Punk Rock Warlord, è già diventata un cd che porta lo stesso
titolo del film,
The Future is Unwritten.
DAZEROADIECI:: 7,5
MARTA LECCA