Joaquin Phoenix si aggira tra narcotrafficanti e poliziotti, cercando di nascondere agli uni le sue origini familiari e agli
altri le sue cattive frequentazione. Purtroppo non ci riesce per molto, e quando il cotè, da tamarrissimo revival anni ’80,
si trasforma in un moralistico film sulla tragedia della droga e sul fatto che nessuno può rinnegare le proprie origini, il
film si perde, rantola, si ingarbuglia, accumula scene inutili e patetiche performance recitative. Mark Wahlberg è slavato
e scipito, quanto a Robert Duvall, sta finendo la sua carriera chiuso in stereotipati ruoli di padre/padrone/poliziotto
mentre i trafficanti russi sono solo macchiette cattive. Si salvano Joaquin Phoenix, tamarro quanto basta, e la splendida
Eva Mendes valorizzata dal regista nella sua bellezza.
DAZEROADIECI:: 5
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