Ancora una volta Clooney si trova ad indagare la verità e a calpestare le strade che portano ad essa. Terzo film da regista,
prodotto da Grant Heslov e sceneggiato da Duncan Brantley e Rick Reilly (i due giornalisti che scrissero la storia negli
anni ’80), che conferma l’attenzione e le ambizioni del famoso attore a non dare per scontato il valore della libertà e
della democrazia negli States. Questa volta sfrutta i codici della commedia sofisticata, abbandona noir (
Confessioni di
una mente pericolosa) e indagine giornalistica (
Good night, and good luck) per scegliere una nuova storia
d’America quasi realmente accaduta e gioca con i colori accesi dei tempi che furono tra metà anni Venti e metà anni Trenta.
Frulla il tutto con un po’ di sentimento, un po’ di ammiccamenti, buona musica e ritmo sostenuto offrendo divertimento e
gusto per la visione. Resta il fatto che dopo tre film (molto diversi fra loro) è già evidente la coraggiosa linea
autoriale intrapresa, fatta di codici e segni distinguibili che rendono il cinema di questo attore/regista evasivo,
riflessivo e molto cinematografico.
DAZEROADIECI:: 7,5
MATTEO MAZZA